Cento studiosi per rispondere alla sfida educativa: tra scuola e formazioni sociali

Educare tra scuola e formazioni sociali, questo il titolo del quarantanovesimo Convegno di Scholé, l’annuale appuntamento promosso dall’editrice La Scuola, che il 9 e 10 settembre vedrà a Brescia un centinaio di pedagogisti d’ispirazione cristiana provenienti dai maggiori atenei per confrontarsi sulla realtà educativa, senza trascurare l’attualità. In questa edizione i riflettori sono accesi su tutti […]

Educare tra scuola e formazioni sociali, questo il titolo del quarantanovesimo Convegno di Scholé, l’annuale appuntamento promosso dall’editrice La Scuola, che il 9 e 10 settembre vedrà a Brescia un centinaio di pedagogisti d’ispirazione cristiana provenienti dai maggiori atenei per confrontarsi sulla realtà educativa, senza trascurare l’attualità. In questa edizione i riflettori sono accesi su tutti i soggetti coinvolti nei processi educativi: le istituzioni scolastiche, le famiglie, gli enti territoriali, ma anche le altre formazioni sociali del contesto (associazioni, volontariato, cooperative, realtà del mondo del lavoro, ecc.), cioè su quelle formazioni, tra individuo e Stato, riconosciute, però con poteri e confini incerti. Si metteranno in correlazione i temi della scuola, del diritto all’apprendimento e del life long learning con quelli dell’occupabilità dei soggetti (giovani e non); si rifletterà sulle istanze solidaristiche presenti negli orizzonti sollecitati dalla Caritas in veritate, un’enciclica che non tratta il problema educativo in quanto tale, ma che ha per oggetto quello sviluppo umano integrale impossibile a realizzarsi senza l’educazione. Non saranno ignorati, inoltre, temi di attualità quali gli effetti della devolution alle regioni e gli aspetti qualificanti delle riforme recenti, né si trascureranno ruoli e prospettive delle scuole paritarie di ispirazione cattolica.

Ad aprire i lavori, alle 9.15 di giovedì 9 settembre, presso il  Centro di spiritualità “Mater Divinae Gratia”, in via Sant’Emiliano 30, saranno il vescovo di Brescia, monsignor Luciano Monari; l’ordinario di  storia della scuola e delle istituzioni educative presso l’Università Cattolica, Luciano Pazzaglia; l’amministratore delegato dell’Editrice La Scuola, Enrico Maria Greco. A seguire l’intervento di padre Gian Paolo Salvini,  direttore della rivista “Civiltà Cattolica”, sul tema “Prospettive educative nella Caritas in Veritate” (chairman: Concetta Sirna, docente presso l’Università di Messina; discussant: Paola Bignardi, membro del comitato di redazione dell’Editrice La Scuola, già presidente nazionale dell’Azione Cattolica). Nella sessione pomeridiana (chairman: Carla Xodo Cegolon, docente presso l’Università degli Studi di Padova) gli interventi di Vera Negri Zamagni, professore di storia economica all’Università di Bologna, sul tema “Formazioni sociali, educazione e scuola” (discussant: Ivo Lizzola, preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Bergamo) e di  Giuditta Alessandrini, professore di pedagogia sociale presso l’Università degli Studi di Roma Tre, con il contributo “Scenari della contemporaneità: transizione verso il lavoro e formazione professionale” (discussant: Michele Colasanto, docente di sociologia delle relazioni di lavoro presso l’Università Cattolica di Milano), cui seguirà un confronto fra i partecipanti al convegno. Il giorno seguente, a partire dalle 9,15, tavola rotonda coordinata da Giuseppe Acone (professore di pedagogia generale presso l’Università degli studi di Salerno) e introdotta da Cristina Coggi (professore di pedagogia sperimentale presso l’università di Torino), Sr. Rachele Lanfranchi (Pontificia Facoltà di Scienze delle comunicazioni Auxilium), Pier Cesare Rivoltella (professore di tecnologie dell’apprendimento all’Università Cattolica di Milano), Bruno Rossi (titolare dell’insegnamento di pedagogia generale presso la facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo). Al centro del dibattito il tema: “Educare tra scuola e formazioni sociali: la sfida dei media”.

Insomma, in una situazione di disorientamento, ma anche di stimolo per nuove scelte consapevoli, l’impegno educativo non può adagiarsi sui risultati raggiunti. “C’è  un bisogno continuo in ordine alle pratiche e alle idee educative di quella creatività che nasce da un fattivo e intelligente rapporto con la realtà, dalla capacità di riconoscere i bisogni educativi e di rispondervi con efficacia; dalla capacità di proporre e tradurre operativamente valori fondanti e idee guida. E’ proprio questa creatività che ha reso Brescia punto di riferimento sia per l’innovazione educativa sia per la riflessione pedagogica”, afferma il pedagogista Pierpaolo Triani. In che modo oggi il sistema scolastico ripensa il proprio compito educativo considerando l’apporto di altri attori sociali? In quale modo la funzione educativa della scuola interagisce con quella del mondo del lavoro? I diversi contesti vissuti dai nostri ragazzi come possono sollecitare la scuola a ridefinire meglio il suo compito? Sono alcune delle domande che si porranno durante i lavori di Scholé. Interrogativi che non possono ricevere risposte semplicistiche. “Appare però chiara già la direzione” – continua Triani – “non chiedere alla scuola di supplire il compito educativo degli altri, ma aiutarla a ridarsi un’identità educativa precisa, capace di dialogare con gli altri sistemi”.

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