Chiodi, gli aquilani hanno il diritto di essere informati

“Spero che gli studiosi dell’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia e il professor Boschi tornino sulla decisione di oscurare o ridurre il flusso delle informazioni legate agli eventi sismici di questi giorni”. E’ l’appello che il commissario per la Ricostruzione, Gianni Chiodi, lancia al direttore dell’Ingv, Enzo Boschi, che proprio ieri ha minacciato di togliere […]

Foto: Manuel Romano

“Spero che gli studiosi dell’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia e il professor Boschi tornino sulla decisione di oscurare o ridurre il flusso delle informazioni legate agli eventi sismici di questi giorni”. E’ l’appello che il commissario per la Ricostruzione, Gianni Chiodi, lancia al direttore dell’Ingv, Enzo Boschi, che proprio ieri ha minacciato di togliere le informazioni e i dati sulle scosse da Internet per dare vita invece a una strategia informativa che prevede la pubblicazione di poche notizie “che non potranno essere travisate”. Tutto ciò, secondo Boschi, perché giornalisti ed enti locali interpretano male facendo allarmismo. “Il professor Boschi avrà le sue buone ragioni quando parla di speculatori – aggiunge il commissario – ma io dico che in primis bisogna guardare ai tanti terremotati dell’area aquilana che in questi giorni stanno vivendo attimi di angoscia. Se c’é una richiesta di informazione continua da parte dei terremotati, significa che in questo momento la popolazione aquilana sente sulla pelle il pericolo di un altro evento sismico. Non mi sembra che questo possa dare adito a speculazioni”. Chiodi sottolinea anche che “questo atteggiamento di certo non aiuta una popolazione già di per sé stressata da una situazione di potenziale pericolo. Il fatto poi, come sostiene Boschi, che si debbano costruire bene e con tutti i sistemi antisismici le strutture pubbliche e abitative, non fa altro che ribadire un concetto giusto. Ma vivere con l’angoscia e la paura che da un momento all’altro – ha conclude Chiodi – possa arrivare un terremoto, è un’altra cosa”.

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