Numeri tiepidi, trionfo Tajabone, documentario su Flaiano e Bellocchio fuori

“La solitudine dei numeri primi”, ispirato all’omonimo romanzo di Paolo Giordano 820 milioni di copie vendute), diretto da Savero Costanzo con le impensate movenze di un horror di Dario Argento, con una una bravissima Alba Rohrwacher che, per il suo ruolo, è dimagrita paurosamente per dare corpo e anima ad Alice, consumata dall’anoressia, è stato […]

biennale venezia“La solitudine dei numeri primi”, ispirato all’omonimo romanzo di Paolo Giordano 820 milioni di copie vendute), diretto da Savero Costanzo con le impensate movenze di un horror di Dario Argento, con una una bravissima Alba Rohrwacher che, per il suo ruolo, è dimagrita paurosamente per dare corpo e anima ad Alice, consumata dall’anoressia, è stato accolto tiepidamente. Così è la terza volta e per motivi diversi, che il grande cinema italiano a Venezia 67 fa flop: Con Vallanzasca, Noi credevamo e ora con questa altra superproduzione targata Medusa. Dopo la proiezione per la stampa di stamani, sembra proprio che il film non decolli. Vedremo stasera se il pubblico, con inizio alle 19,30, apprezzerà questo ultimo lavoro del figlio di Maurizio Costanzo, già autore di ‘Private” e ”In memoria di me”. Il film di Costanzo jr è il quarto e l’ultimo in concorso per l’Italia, con due protagonisti che sono proprio come i numeri primi: divisibili soltanto per uno e per se stessi, solitari e incomprensibili agli altri. Alice e Mattia sono infatti entrambi perseguitati da tragedie che li hanno segnati nell’infanzia: un incidente sugli sci per Alice, che le ha causato un difetto a una gamba, la perdita della sorella gemella per Mattia. Quando, da adolescenti, s’incontrano nei corridoi di scuola, riconoscono il proprio dolore l’uno nell’altra. Crescendo, i loro destini s’intrecciano in un’amicizia speciale, finché Mattia, laureatosi in fisica, non decide di accettare un posto di lavoro all’estero. I due si separano per molti anni e sara’ una sequenza di eventi a ricongiungerli, per riportare in superficie una quantità di emozioni mai confessate e costringere Alice e Mattia ad affrontare la domanda delle loro esistenze. Ha detto Saverio Costanzo che si tratta di una storia dei corpi di Alice e Mattia, del loro stravolgimento nel corso di un ventennio (1984-2007), di un horror sentimentale sulla famiglia e sulla sua impossibile emancipazione, accompagnato dalle note blu elettrico di un synt analogico. Standing ovation invece, ieri, per Tajabone, film del regista sardo Salvatore Mereu presentato alla Mostra nella sezione Controcampo italiano, girato con soli 10 mila euro, nell’ambito di un lavoro scolastico in cui la parte degli autori del soggetto è stata fatta da un gruppo di adolescenti di Cagliari: Abdullah Seye, Angelica Argiolas, Sara Portoghese, Andrea Amhetovic, Erica Spissu. Il film ha ricevuto l’UK-Italy Creative Industries Award –Best Innovative Budget, che tradotto per i non addetti ai lavori, è il premio che si assegna, nell’ambito della Mostra d’arte cinematografica di Venezia, al film più innovativo e di maggiore qualità in rapporto alla ristrettezza del budget con il quale è stato realizzato. Sempre ieri presentato fuori concorso il documentario Coraggio, il meglio è passato. Un omaggio a Ennio Flaiano”, del regista Steve Della Casa, biografia spinatissima dello scrittore, sceneggiatore, giornalista, critico teatrale e cinematografico pescarese, di cui quest’anno si è celebrato il centenario dalla nascita, con tanto di commemorazione, presso la casa natale di in corso Manthonè a Pescara. A 35 anni dalla morte questo tributo innamorato e schietto per uno dei grandi italiani della’ultimo secolo, un uomo rimasto profondamente abruzzese, cioè abitante di “un’isola schiacciata tra un mare esemplare e due montagne che non è possibile ignorare, monumentali e libere: se ci pensi bene, il Gran Sasso e la Majella son le nostre basiliche, che si fronteggiano in un dialogo molto riuscito e complementare”. Il 19 agosto, al Vasto Film Festival, Ennio Germano lo ha commemorato con un reading di 4 brani all’interno di un altro documentario sulla vita e sull’opera del grande abruzzese. Vogliamo chiudere questa breve rassegna su Venezia, con Marco Bellocchio che portato al Festival (fuori concorso) ‘Sorelle mai’, definito: “il mio film per caso”, girato dal 1999 al 2008, durante i corsi estivi che il regista di ‘Vincere’, ha tenuto a Bobbio, suo paese natale. Protagonista e’ la sua famiglia: dalla figlia Elena, che vediamo crescere dai 5 ai 13 anni, al figlio Pier Giorgio, alle zie. Poi ci sono gli attori: Donatella Finocchiaro nei panni della madre di Elena, Alba Rohrwacher in quelli di una professoressa e Gianni Schicchi Gabrieli, l’amico di famiglia. “Oggi le persone non si indignano più, non si levano voci contro, stiamo vivendo un periodo che fa pensare a certi momenti bui della nostra storia – lo afferma Marco Bellocchio a Venezia per presentare il suo film ‘Sorelle Mai’ -. Perche’ erano tutti fascisti? Eppure lo erano. Perché erano tutti nazisti? Eppure lo erano. Perché oggi c’e’ una maggioranza berlusconiana? La maggior parte della gente ha acquisito quella mentalita’. E’ una tragedia. Le forze di opposizione ci sono ma non fanno presa”. Il governo cosa sta facendo per il cinema? Il divieto per i minori di 10 anni, dice ancora il regista, “vorrà dire che inizieremo a fare cartoni animati”. “Se i giovani guardano a sinistra non vedono nulla – aggiunge il figlio Pier Giorgio – non ci sono punti di riferimento, l’ultima grande delusione ce l’ha data Veltroni”.
Tornando a ‘Sorelle mai’, Bellocchio spiega: “In realtà si trattava di sei episodi indipendenti e non avevo in mente di farne un lungometraggio. Poi invece ho notato che esisteva un filo conduttore: il tema di chi va e chi resta”. Un prodotto realizzato con grande libertà, “non c’era l’ossessione di girare un film tout court, di pensare a come poteva venire accolto dal pubblico – racconta il regista – abbiamo lavorato con grande spensieratezza”, “ma non con superficialità”, tiene a sottolineare Pier Giorgio, già visto a Venezia nel film di Ascanio Celestini, ‘La pecora nera’. ‘Sorelle mai’ arriverà nei cinema, ma la data non e’ ancora stata fissata.

Carlo Di Stanislao

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