Anche Obama contro Terry Jones

Obama parla per la prima volta dell’iniziativa di Terry Jones, reverendo di una piccola chiesa della Florida, che vorrebbe bruciare pubblicamente 200 copie del Corano, in occasione del nono anniversario dell’11 settembre. Un progetto su cui si discute da giorni in tutto il mondo e che mette a rischio i già complicati rapporti tra musulmani […]

Obama parla per la prima volta dell’iniziativa di Terry Jones, reverendo di una piccola chiesa della Florida, che vorrebbe bruciare pubblicamente 200 copie del Corano, in occasione del nono anniversario dell’11 settembre. Un progetto su cui si discute da giorni in tutto il mondo e che mette a rischio i già complicati rapporti tra musulmani e Occidente. Intervenuto al programma “Good morning America” della Abc, il presidente degli Stati Uniti ha chiesto a oggi Jones, pastore del ‘Dove World Outreach Center’ di Gainesville, di abbandonare il suo progetto, perché per al Qaida e la sua opera di reclutamento “sarebbe un colpo di fortuna”. Obama ha inoltre dichiarato che quello che Jones propone “è completamente contrario ai valori americani. Questo Paese è stato costruito sulla libertà e la tolleranza religiosa”. Obama ha poi definito l’iniziativa “una trovata pubblicitaria” che avrebbe un effetto “distruttivo” e alimenterebbe il terrorismo, “mettendo in pericolo i nostri ragazzi che indossano l’uniforme”. Anche il segretario di stato Hillary Clinton si è detta preoccupata, ma, sin’ora, nessuno alla Casa Bianca, al Dipartimento di Stato o al Pentagono ha cercato di mettersi in contatto con Jones. E si moltiplicano gli interventi contro l’iniziativa paventata dal reverendo Jones. Per il generale Petraeus, capo delle forze armate in Afghanistan, il gesto: “Avrebbe conseguenze gravissime”. L’India chiede il black out mediatico, mentre i fondamentalisti si organizzano e sul web dichiarano: “Bruceremo le bandiere a stelle e strisce davanti alle ambasciate americane nel mondo”. Intanto l’Interpol segnala il rischio di: “possibili attacchi violenti”. L’organizzazione di cooperazione fra le polizie ha lanciato oggi dalla sua sede a Lione un’ “allerta globale” ai suoi 188 paesi membri. , Scrive La Repubblica che un appello a “non cedere alla provocazione” è arrivato anche da Dalil Boubakeur, rettore dell’Istituto musulmano della Grande Moschea di Parigi, che ha invitato a non reagire all’iniziativa del pastore Jones. “Chiedo ai miei correligionari di non cedere alla provocazione e di rispondere con saggezza, esprimendo compassione – ha detto Boubakeur – l’11 settembre è una data che addolora e rattrista tutta l’umanità, perché prendersela con i musulmani? Gli autori della strage erano terroristi, gente spregevole che non rappresenta in alcun modo l’opinione dei musulmani”. Anche il Vaticano ha accolto con preoccupazione la notizia della proposta di un “Koran Burning Day”, come si legge in un comunicato. “Ogni religione, con i rispettivi libri sacri, luoghi di culto e simboli ha diritto al rispetto ed alla protezione”. Il ricorso alla violenza in nome di una credenza religiosa è una perversione degli insegnamenti stessi delle maggiori religioni” aveva detto Papa Giovanni Paolo II, supportato dalla dichiarazione di Papa Benedetto XVI secondo cui “l’intolleranza e la violenza non possono mai essere giustificate come risposte alle offese”. Per ora, tuttavia, Terry Jones, 58 anni, pastore battista, non ha alcuna intenzione di tornare indietro, nonostante abbia ricevuto molteplici minacce di morte.

Carlo Di Stanislao

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