Strasburgo condanna Parigi

Ieri, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione, presentata dai gruppi politici di centrosinistra, con cui si chiede alla Francia di sospendere immediatamente tutte le espulsioni. L’aula di Strasburgo ha espresso “viva preoccupazione” per le misure adottate dalle autorità francesi, sottolineando che “le espulsioni di massa violano la legislazione europea in quanto rappresentano una discriminazione su […]

Ieri, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione, presentata dai gruppi politici di centrosinistra, con cui si chiede alla Francia di sospendere immediatamente tutte le espulsioni. L’aula di Strasburgo ha espresso “viva preoccupazione” per le misure adottate dalle autorità francesi, sottolineando che “le espulsioni di massa violano la legislazione europea in quanto rappresentano una discriminazione su base razziale”. La risoluzione sulla questione dei rom, presentata dai gruppi politici dei socialisti europei (S&d), dei liberaldemocratici (Alde), dei verdi (Verdi/Ale) e della sinistra europea (Gue/Ngl), è stata adottata con 337 voti favorevoli, 245 contrari e 51 astensioni. Nel testo si afferma che il Parlamento europeo “respinge qualsiasi dichiarazione che associ le minoranze e l’immigrazione alla criminalità e crei stereotipi discriminatori” e “deplora la retorica provocatoria e apertamente discriminatoria che ha caratterizzato il discorso politico durante i rimpatri dei rom, dando credibilità a dichiarazioni razziste e alle azioni di gruppi di estrema destra”. Ma Parigi reagisce. Il ministro dell’immigrazione, Eric Besson, ha dichiarato che “e’ escluso” che Parigi sospenda i riaccompagnamenti come richiesto dal Parlamento europeo ed ha aggiunto che l’Eurocamera “e’ uscita fuori dalle sue prerogative”.”E’ escluso che la Francia sospenda i riaccompagnamenti ai Paesi d’origine, siano essi rumeni, bulgari o di altre cittadinanze”, ha detto Besson da Bucarest. Il Parlamento europeo e’ uscito, secondo Besson, “dalle sue prerogative e noi evidentemente non ci sottometteremo a un diktat politico”. Il ministro – che si trovava nella capitale rumena insieme al segretario di Stato francese per gli Affari Esteri, Pierre Lellouche, per discutere con le autorità locali proprio delle espulsioni dei rom rumeni- ha difeso la politica della Francia sostenendo che rientra perfettamente nel diritto comunitario. “La Francia applica rigorosamente il diritto comunitario e rispetta scrupolosamente la legge repubblicano francese e le decisioni giudiziarie”. La sospensione delle espulsioni di massa chiesta a maggioranza dal parlamento europeo riguarda naturalmente anche gli altri Stati membri, anche se il caso francese è in primo piano. Come scrive il Corriere, la posizione del Parlamento europeo spacca in due l’Italia. “Vogliamo fare meglio o peggio della Francia, come minaccia ogni tanto Maroni, in tema di espulsione dei cittadini romeni? Bene, prepariamoci ad essere censurati come il governo Sarkozy da parte del Parlamento Europeo” ha detto Rosa Villecco Calipari, vice presidente dei deputati del Pd commentando la notizia che il Parlamento europeo ha adottato la risoluzione del centrosinistra sui Rom che censura le politiche francesi di espulsione. “Non esistono -aggiunge- europei meno europei degli altri, questa è la lezione che arriva da Strasburgo, nè il sacrosanto bisogno di sicurezza e legalitá dei cittadini può essere la scusa per mettere in campo azioni che non puniscono un singolo comportamento criminale, ma un’intera nazione”. Sdegno per il voto che condanna le espulsioni è stato espresso invece espresso dal capodelegazione della Lega Nord e copresidente del gruppo Eld, Francesco Speroni, secondo cui “tale risoluzione non ha alcun fondamento giuridico: siamo di fronte al solito trucco delle sinistre europee che, anziché andare nelle sedi competenti, ossia i tribunali, muovono accuse di violazioni giuridiche inesistenti, facendo davvero una gran brutta figura”. “Se passassero i principi di questa risoluzione – ha aggiunto Speroni – cadrebbero il concetto di frontiera e di Stato nazionale e sia noi sia la maggioranza dei cittadini europei non vogliamo rinunciare nè agli Stati nazionali, nè alla loro tutela”. Lo scorso 2 settembre, il sindaco di Roma Alemanno (possibile sostituto di Fini come vice di Berlusconi nel Pdl), aveva detto no alle espulsioni di carattere etnico e dichiarato: “Le espulsioni vanno fatte solo nei confronti di chi commette illegalità”. Interpellato, poi, sulla presenza di rom francesi nei campi della capitale, replica: ’Il primo a sottolineare la presenza di automobili con targa francese nei campi nomadi sono stato io. Mala cosa non va enfatizzata. Bisogna avere una strategia europea comune’. Poi però, il 7, dopo un vertice con Maroni, aveva promesso un giro di vite contro chi non vive in modo legale e autosufficiente e in particolare nomadi, prostitute e vagabondi. Sacche di povertà che vanno regolate perché non sfocino nell’illegalità. All’incontro c’erano anche il prefetto e commissario straordinario per l’emergenza rom a Roma Giuseppe Pecoraro e l’assessore comunale alle Politiche Sociali Sveva Belviso. “Il ministro dell’Interno – ha spiegato Alemanno – sta preparando un decreto legge sulla sicurezza urbana che potrà contenere norme importanti per noi in particolare sui temi dell’allontanamento dei cittadini comunitari ma anche soluzioni e provvedimenti sulla prostituzione e il vagabondaggio”. Ma intanto lui non è rimasto con le mani in mano. “Abbiamo – ha detto- le risorse e le forze per partire con i primi sgomberi dei microaccampamenti abusivi già da questa settimana. Nel frattempo aspettiamo che arrivi il decreto legge e le risorse”. Non sarà un tempo infinito perché “per un decreto legge bastano 15 giorni”.
Bel modo di vedere il problema in modo “europeo”.

 Carlo Di Stanislao

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