Gli studenti protestano, mancano ore, aule e bidelli

Ore di laboratorio in meno, classi del primo anno di liceo con almeno 30 alunni se non di più, e scuole a corto di bidelli: sono solo alcuni degli effetti della riforma, ma quelli più sentiti dagli studenti di alcune scuole romane che oggi sono scesi in piazza assieme a insegnanti e precari. “Quali novità […]

Ore di laboratorio in meno, classi del primo anno di liceo con almeno 30 alunni se non di più, e scuole a corto di bidelli: sono solo alcuni degli effetti della riforma, ma quelli più sentiti dagli studenti di alcune scuole romane che oggi sono scesi in piazza assieme a insegnanti e precari. “Quali novità ho trovato? la quinta professoressa di matematica in cinque anni”, spiega Andrea, studente dell’Itis Giovanni Giorgi di Centocelle, “e quattro ore di laboratorio in meno anche per noi che siamo di quinta”, mentre il nuovo orario dovrebbe andare a regime a partire dal primo anno. E ancora “sono entrate nove classi tutte con 30 alunni” al liceo classico Kant di Tor Pignattara, “e in più – aggiunge Lorenzo studente del quinto anno – prima avevamo due bidelli per piano, adesso ce ne è uno”. Quello delle classi piccole e affollate é il problema più segnalato: è così al classico Mamiani in zona Prati, dove una prima accoglie 34 studenti e al Socrate dove 30 ragazzi fanno lezione in un laboratorio di chimica anziché in aula. Anche nelle altre regioni d’Italia dove oggi è suonata la campanella non mancano lamentele e denunce di mancanza. Anche in Veneto gli studenti segnalano la riduzione delle ore di insegnamento e con il risultato che la riforma “toglie la seconda lingua straniera”. Buoni propositi, ma anche qualche preoccupazione, tra i ragazzi piemontesi. Al D’Azeglio, storico liceo classico del centro di Torino, si preannunciano già assemblee per discutere della riforma e del futuro della scuola. “La riforma Gelmini? Sì, abbiamo letto delle polemiche sui giornali – dicono alcune studentesse all’ingresso della scuola – ed è normale che anche noi siamo preoccupate, anche se i tagli sembrano riguardare soprattutto gli istituti tecnici e professionali”. “Se ho capito bene, la riforma non dovrebbe toccare la struttura del liceo classico”, commenta un ragazzo di fronte al Cavour, altro storico liceo classico di Torino. Marika, iscritta al quarto anno dell’Istituto Tecnico commerciale Schiaparelli-Gramsci, storica scuola per ragionieri di Milano che conta circa 1.500 alunni su tre sedi, la vede così: “Le lezioni adesso durano 60 minuti, abbiamo un rientro al venerdì pomeriggio mentre sabato siamo a casa” spiega. E’ uno degli effetti della riforma, che ha abolito l’ indirizzo linguistico a cui Marika e le sue compagne si erano iscritte quattro anni fa.

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