Rivera, bisogna chiudere il becco ai falchi

E’ il giorno di una riunione chiave in Federcalcio con Lega e Assocalciatori, per scongiurare lo sciopero proclamato dai giocatori in concomitanza con la quinta giornata della serie A. Gianni Rivera, uno dei cofondatori dell’Aic, ne ha parlato a ‘Radio anch’io lo Sport’: lo sciopero si farà? “Bisogna chiudere il becco ai falchi – ha […]

E’ il giorno di una riunione chiave in Federcalcio con Lega e Assocalciatori, per scongiurare lo sciopero proclamato dai giocatori in concomitanza con la quinta giornata della serie A. Gianni Rivera, uno dei cofondatori dell’Aic, ne ha parlato a ‘Radio anch’io lo Sport’: lo sciopero si farà? “Bisogna chiudere il becco ai falchi – ha risposto Rivera -. Sono tra i molti convinti che ci sia una regola in più, oltre le 17 del calcio: il buon senso e bisognerebbe usarlo. Conviene a tutti. Mi sembra che le richieste dei calciatori non siano così drammatiche. Non si può pretendere che vadano, come era una volta, dove pretendono le società. Sarebbe il ritorno al vincolo. Mascherato, ma nemmeno troppo. Ero tra quanti pensavano che superato il concetto del vincolo sarebbe finito il mercato delle vacche. Invece prosegue, mentre per una questione di dignità andrebbe eliminato. Questo va qui, quello lo mandiamo là: sono discorsi che vanno bene per le discussioni da bar dei tifosi”. Rivera ha rimproverato anche la gestione finanziaria di molti club, che non hanno saputo fare tesoro delle centinaia di milioni riversate sui club dalle tv a pagamento. Però ci sono calciatori che non accettano i trasferimenti, anche se in società di prestigio e senza rimetterci dal punto di vista economico: “C’é un problema di fondo, che va risolto – ha commentato Rivera -. Il professionista firma un contratto pluriennale, ma se viene meno l’accordo per continuare in quel rapporto, non si capisce perché non possa andare dove preferisce, fosse anche il Chievo piuttosto che il Real Madrid o la Roma”. In tempi di crisi la gente stenta a capire lo sciopero proclamato da una categoria vista come privilegiata: secondo Rivera “dipende da come lo presentano i media. Molti tifosi si lasciano influenzare da certe trasmissioni, ma tanti altri hanno le loro idee e sono disposti a capire il perché di questa protesta e quindi capire che è una giusta minaccia per affrontare certi problemi. Dipende dagli amici che si hanno nei vari giornali”.

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