“Aria” di cinema vero

Con “Aria”, film collettivo in dieci episodi, presentato in concorso al Festival di Cannes 1987, prosegue la rassegna “Cinema D’Essai”, realizzata dall’Istituto Cinematografico La Lanterna Magica e dalla Multisala Movieplex, con quattordici appuntamenti, ogni martedì alle 18, sino al 4 dicembre. Dieci piccoli racconti da grandi opere liriche, diretti da i Robert Altman, Bruce Beresford, […]

Con “Aria”, film collettivo in dieci episodi, presentato in concorso al Festival di Cannes 1987, prosegue la rassegna “Cinema D’Essai”, realizzata dall’Istituto Cinematografico La Lanterna Magica e dalla Multisala Movieplex, con quattordici appuntamenti, ogni martedì alle 18, sino al 4 dicembre. Dieci piccoli racconti da grandi opere liriche, diretti da i Robert Altman, Bruce Beresford, Bill Bryden, Jean-Luc Godard, Derek Jarman, Franc Roddam, Nicolas Roeg, Ken Russell, Charles Sturridge e Julien Temple. Finanziato dalle case discografiche RCA e Virgin, è una compilation messa in immagini, con, cm filo conduttore, John Hurt, che nell’ultimo episodio, truccato da pagliaccio, canta “Vesti la giubba” (Leoncavallo) e muore. La voce è di Enrico Caruso (1902). La parte del leone è fatta da Verdi (3 episodi) e da Leontyne Price che canta 4 arie (2 Verdi, Wagner e Charpentier). Godard ambienta un pezzo dell’ Armida di Lulli in una palestra di culturisti. Altman si balocca con la musica di Rameau e Roeg con Il ballo in maschera di Verdi. Un’operazione non solo interessante, spesso suggestiva, ma sopratutto unica nella storia del cinema. Il protagonista di tutti gli episodi, John Hurt, classe 1940, attore tipicamente britannico per riservatezza ed eleganza, con i suoi numerosissimi ruoli al cinema e a teatro, ha saputo discostarsi da questo stereotipo ed è diventato un superbo interprete di livello internazionale, con doti eccezionali di trasformismo, qui evidenziati splendidamente. Alla sua terza apparizione cinematografica è già nel cast di Un uomo per tutte le stagioni (1966) di Fred Zinneman, dramma storico vincitore di cinque premi Oscar. Dopodiché passa al leggero Alla ricerca di Gregory (1969), alla commedia d’avventure hustoniana La forca può attendere (1969) e, dopo aver affiancato Richard Attenborough in L’assassino di Rillington Place n. 10 (1970), è protagonista anche del fiabesco Il pifferaio di Hamelin (1972). Ruoli più o meno importanti che preparano la strada verso il successo di Fuga di mezzanotte (1977) di Alan Parker, film intenso e tagliente ambientato nell’orrore di un carcere turco, che lo premia con il Golden Globe come miglior attore non protagonista. Interpreta poi Allien di R. Scott (1979) e The Elephant man di David Lynch (1980) e ancora V per Vendetta di James McTeigue nel 2005, Lezione 21 di Alessandro Baricco nel 2007, sino a   Harry Potter e i doni della morte – Parte I e Tron Legacy quest’anno. Il periodo migliore sono gli anni novanta, quando si traveste da “contessa” nella commedia amara di Gus Van Sant Cowgirl– Il nuovo sesso (1993), a fianco di una strepitosa e imprevedibile Uma Thurman partecipa all’avventuroso Rob Roy (1995) di Michael Caton-Jones (regista con il quale aveva già lavorato in Scandal – Il caso Profumo), affiancando la memorabile coppia Liam Neeson e Jessica Lange, dopodiché fugge nella fantascienza di Contact (1997) di Robert Zemeckis. Ha vinto due Oscar e due Golden Globe, quattro premi con due film: Fuga di Mezzanotte e The Elephant Man, ma, secondo noi, la sua prova più ardua e complessa, divisa fra dieci personaggi, la sviluppa proprio con Aria. Per informazioni, prenotazioni e progamma completa di “Cinema D’Essai”, vedi: http://www.movieplex.it/laquila/

Carlo Di Stanislao

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *