Un universitario fuori sede costa 7.000 euro in piu’

Uno studente ”fuori sede” spende fino a 6.958 annui in piu’ rispetto a un collega che studia in sede. E’ quanto emerge da uno studio della Federconsumatori sulle spese sostenute dagli universitari. In Italia il 20,5% di questi ultimi, stando ai dati Istat 2009, studia al di fuori della propria regione di residenza. E a questa […]

Uno studente ”fuori sede” spende fino a 6.958 annui in piu’ rispetto a un collega che studia in sede. E’ quanto emerge da uno studio della Federconsumatori sulle spese sostenute dagli universitari. In Italia il 20,5% di questi ultimi, stando ai dati Istat 2009, studia al di fuori della propria regione di residenza. E a questa percentuale andrebbero aggiunti gli studenti che, all’interno della stessa regione, si spostano in un’altra citta’.
E’ l’affitto la voce piu’ costosa per un ”fuori sede”, che, insieme alle spese accessorie (riscaldamento, condominio, energia, ecc.), raggiunge mediamente 4.982 annui se sceglie di vivere in una camera tutta per se’, e 3.756 annui se, invece, sceglie di condividere una stanza con altri studenti.
Dividendo l’Italia in Macro-regioni si scopre che e’ il Centro ad avere le spese per la casa (affitto+mantenimento) piu’ alte, pari a 5.544 annui per una stanza singola e 4.194 annui per una stanza condivisa. Piu’ economico, invece, risulta il Sud con una spesa pari al 31% in meno rispetto al Centro, per quanto riguarda la stanza doppia e del 34% in meno relativamente alla singola.
Di non poco conto risultano anche le spese per i libri, con una differenza tra le facolta’ umanistiche e quelle scientifiche: per le prime la spesa ammonta in media a 454 euro annui, il 17% in piu’ rispetto a quelle scientifiche.
Da tale studio emerge chiaramente – osserva la Federconsumatori – che a orientare lo studente nella scelta dell’universita’ non e’ solamente la qualita’ della facolta’ prescelta, ma gioca un ruolo fondamentale anche il reddito della propria famiglia. Chi non ha la possibilita’ di sostenere i costi di una vita da studente fuori sede, percio’, deve accontentarsi di frequentare l’universita’ piu’ vicina. ”A potersi permettere di studiare fuori sede, quindi, e’ o il figlio del solito gioielliere/albergatore/notaio/ecc. – afferma Rosario Trefiletti, Presidente Federconsumatori – o un qualsiasi studente che, tuttavia, pur di frequentare la facolta’ desiderata, e’ costretto a lavorare per mantenersi, allungando, cosi’, nella maggior parte dei casi, i tempi necessari per laurearsi.” ”Tutto cio’, secondo l’associazione di consumatori, mina fortemente il diritto allo studio per molti studenti e pone l’attenzione, ancora una volta, sulla necessita’ di un’edilizia scolastica adeguata, anzi, rivendichiamo un provvedimento che vieti la costruzione di nuovi atenei senza la contestuale costruzione di alloggi. I posti disponibili nelle residenze universitarie, infatti, sono scarsissimi: possono ospitare solo il 2,7% degli studenti universitari, appena 48.000 a fronte di un totale di iscritti nelle universita’ italiane pari a circa 1.800.000 studenti (dati relativi all’anno accademico 2008-2009)”.

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