Felice Equinozio di Autunno con antica festa celtica e italica

Felice Equinozio d’Autunno! La mattina del 23 settembre 2010 (05:09 Ora legale Europa centrale, CEST) inizia l’Autunno. Comincia ufficialmente la stagione primaverile per l’emisfero australe. Nel 25° giorno celtico del mese di Edrini, il Sole attraversa l’equatore celeste: un evento che segna la fine dell’estate per l’emisfero Nord, l’inizio della primavera nell’emisfero Sud e, con […]

Felice Equinozio d’Autunno! La mattina del 23 settembre 2010 (05:09 Ora legale Europa centrale, CEST) inizia l’Autunno. Comincia ufficialmente la stagione primaverile per l’emisfero australe. Nel 25° giorno celtico del mese di Edrini, il Sole attraversa l’equatore celeste: un evento che segna la fine dell’estate per l’emisfero Nord, l’inizio della primavera nell’emisfero Sud e, con l’aumento dell’attività solare, l’avvio delle spettacolari aurore polari. “Equinozio” è una parola che deriva dalla lingua latina: significa “notte uguale” al giorno. Una data che non segna soltanto sul calendario fantastico della Terra di Mezzo, il compleanno di Bilbo e Frodo Baggins, due dei protagonisti del famoso romanzo “Il Signore degli Anelli” del professor J.R.R. Tolkien. Gli equinozi di marzo e settembre sono i due giorni dell’anno nei quali le ore di luce e di oscurità sono “eguali” nel corso delle 24 ore. La definizione chiaramente teorica di lunghezza del giorno si riferisce all’intervallo di tempo fra due intersezioni temporalmente consecutive del centro apparente del disco solare con l’orizzonte del luogo geografico. Con questa definizione “pura”, la lunghezza del giorno risulterebbe di 12 ore ma, in realtà, grazie agli effetti di rifrazione atmosferica, il semidiametro e la parallasse solare fanno sì che negli equinozi la lunghezza del giorno ecceda quella della notte. Agli equinozi, intesi come giorni di calendario, il Sole sorge quasi esattamente ad est e tramonta quasi esattamente ad ovest. “Quasi” in quanto l’equinozio è un preciso istante che può, al massimo, coincidere con uno dei due eventi, ma non prodursi due volte nell’arco di 12 ore. La Festa dell’Equinozio d’Autunno era un appuntamento molto importante nel calendario celtico, nota come “Alban Elued”, la festa della Luce dell’Acqua. Si mobilitano organizzatori di Associazioni culturali, Pro-Loco ed Amministrazioni comunali del Nord Italia: è l’occasione per valorizzare il territorio e le risorse turistiche delle piccole comunità montane. Da cristiani cattolici, fedeli al magistero della Chiesa Cattolica Apostolica Romana (San Francesco d’Assisi nel suo meraviglioso Cantico delle Creature ha celebrato la bellezza dell’Universo Opera di DIO), la riscoperta delle tradizioni celtiche nella festa dell’Equinozio d’Autunno, significa soprattutto riportare al centro dell’attenzione dei cittadini, il rispetto per l’ambiente che ci circonda con lo stesso amore che per la natura avevano le popolazioni celtiche. Iniziative folcloristiche che servono, senza rischi di scivoloni nel sincretismo e nell’eresia, a recuperare e valorizzare, da cristiani e non da pagani, le risorse tipiche territoriali, intelligenze e prodotti, creando posti di lavoro. La Festa dell’Equinozio d’Autunno, vuole essere l’occasione per perseguire obiettivi più nobili, per valorizzare la cultura popolare, creando un percorso storico-turistico sui genersis tra le nostre contrade regionali, nazionali e internazionali. Siamo di origini italiche, ovviamente, ma nulla esclude che si possa creare un ponte nella storia con gli antichi Celti d’Europa per attirare investimenti utili alla realizzazione di “centri” di ricostruzione storica, artistica e archeologica in Abruzzo. Perché contatti e contaminazioni tra i due popoli, vi furono. Per far rivivere antiche tradizioni che avevano nella natura e nel suo rispetto, il centro di tutto, a cominciare dal focolare domestico nelle comunità ancestrali, celtiche e italiche prima, latine e cristiane poi. Ed allora la magia si ripete: il Sole scende, le tenebre iniziano a prevalere sulla luce. “Luce dell’Acqua – annunciavano i Celti nei loro villaggi – perché l’acqua rappresenta l’oceano cosmico in cui il Sole dimora nella parte calante dell’anno”. Insomma, un altro momento del calendario antico in cui i confini fra mondo visibile e quello invisibile si facevano molto sottili, comunque molto vicini alla festa di Halloween del 31 ottobre. Alban Elued, inoltre, rappresentava sia per i Celti sia per gli Italici la fine del raccolto. Dava inizio alla ricerca di frutta e uva per produrre vino. Ed allora immaginiamoceli i vecchi druidi dei vicini villaggi che, con la sacca in spalla, entravano nei selvaggi boschi abruzzesi per cercare radici ed erbe aromatiche bagnate dalla preziosa rugiada. Alla ricerca di medicamenti e pozioni utili alle comunità. Una scena non molto diversa da quella che viviamo ai nostri giorni, alla ricerca spasmodica di vaccini retro-virali trivalenti per sconfiggere le nostre paure, compresa la nuova influenza alle porte.

Nicola Facciolini

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