Rischi in sala parto: abbassare i toni e migliorare le condizioni

Dopo i casi delle ultime settimane, ancora una morte in sala parto. Sono stati i genitori del neonato, Samuela Lo Re e Francesco Conigliaro, entrambi di 29 anni, a denunciare oggi medici e infermieri della clinica Candela di Palermo, accusandoli di ”negligenza”. La partoriente, come raccontato dalla stessa, aveva avuto una gravidanza normale e in […]

Dopo i casi delle ultime settimane, ancora una morte in sala parto. Sono stati i genitori del neonato, Samuela Lo Re e Francesco Conigliaro, entrambi di 29 anni, a denunciare oggi medici e infermieri della clinica Candela di Palermo, accusandoli di ”negligenza”. La partoriente, come raccontato dalla stessa, aveva avuto una gravidanza normale e in clinica aveva chiesto di essere sottoposta a un parto cesareo.Ma i medici hanno optato per il parto naturale. Durante il parto, però, ci sono state complicazioni e il neonato è morto. La procura, che sulla vicenda ha aperto un’indagine, ha sequestrato la cartella clinica della madre, che ha sporto denuncia lamentando presunte negligenze da parte della casa di cura. Secondo i magistrati si tratta di un “atto dovuto” per permettere agli indagati di potere nominare un legale in vista dell’autopsia sul corpicino del bambino che dovrebbe essere eseguita domani all’Istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo. Nel progetto di riforma in cantiere per rendere ancora più sicuro il momento del parto, anche la formazione giocherà un ruolo strategico. Ad annunciarlo è il ministro della Salute Ferruccio Fazio, oggi a margine di una visita istituzionale ai Laboratori dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano. “Ho già un’intesa con il ministro dell’Istruzione, università e ricerca Mariastella Gelmini, ed entro 15 giorni rivedremo i criteri per le scuole di specialità” che addestrano i ‘medici del parto’. La ‘rivoluzione’ riguarderà i criteri per le scuole di “anestesiologia, negli aspetti che riguardano il parto indolore”. Stesso lavoro verrà fatto con le scuole di specialità in ostetricia, per le quali “a oggi non ci sono criteri assolutamente definiti. E’ davvero necessario stabilire da un lato il numero di parti che deve essere seguito da un aspirante specialista, dall’altro la disponibilità precisa di punti nascita, anche in relazione alla sede delle scuole”. Una sorta di mappa per garantire un’adeguata copertura formativa su tutto il territorio. “Credo – ha aggiunto Fazio – che questi punti vadano affrontati subito per migliorare una situazione che, ribadisco, è già buona”. Il ministro rassicura i genitori in attesa: “Chiedo loro di non preoccuparsi, ma anche di non sostituirsi ai medici. Noi dobbiamo avere una grande fiducia nei nostri medici, che sono tra i migliori al mondo”. Il medico, prosegue, “è responsabile delle sue scelte. Ma ricordo che il parto, sia naturale che cesareo, è un evento che ha una certa mobilità e una mortalità intrinseca”. E una morte in sala parto, ribadisce Fazio, “non è necessariamente al di fuori degli schemi di una buona sanità. In Italia abbiamo la mortalità infantile e materna tra le più basse del mondo”. Eppure c’è qualcosa che non va se in pochi giorni si sono registrati casi per lo meno sospetti a Messina e Reggio Calabria, con altri cinque presumnti casi di negligenza in un solo mese (vedi: http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Cinque-casi-shock-in-un-mese-malasanita-entra-in-sala-parto_989398237.html.) Tuttavia va detto, per quanto riguarda la vicenda di Messina, che il ministro Fazio ha sottolineato che le prime ipotesi riportate con grande enfasi dalla stampa relative ad una lite in sala parto ”non sono state confermate. I legali della famiglia hanno dichiarato che non c’e’ stata alcuna lite in sala parto. Il ministero ha chiesto una relazione alla Regione e ora, in attesa di improbabili ulteriori elementi in chiave di mala sanità chiedo a tutti di abbassare i toni”. ”Chiedo di abbassare i toni – ha ripetuto Fazio – in assenza di reali motivazioni che in questo momento ritengo non ci siano per quanto attenga questo episodio”. Intanto sul il Tempo di oggi si precisa che nella famosa maternità del San Camillo Forlanini, non ci sono abbastanza ostetriche e neonatologi per una struttura di terzo livello, la più sicura nell’assistenza al parto, dove si arriva col passaparola di chi ha scodellato il suo bebè, o dirottati da altre strutture. In definitiva, come in altri centri, il rischio è la paralisi. “Siamo al collasso” conferma il primario di Ginecologia, Claudio Donadio, direttore del dipartimento Materno infantile. “I corridoi sono pieni, le persone arrivano esasperate, il personale è stremato”. Avanti così si arriverà alla lite sala parto, ammette il rischio Donadio. “Ci sono le condizioni che possa succedere qualche guaio”. Il turn-over è bloccato. Ma i parti aumentano. “Quest’anno potremmo sforare il tetto dei 3.500, finora ce ne sono già stati 300 in più. E siamo in seria difficoltà”. Si ragiona in grande. “Il presidente della Regione Polverini ha fatto un piano di riordino delle maternità d’eccellenza” ricorda con poli di riferimento regionali, uno è il San Camillo insieme a policlinico Gemelli e Fatebenefratelli. “Ecco perché il blocco del turn-over non appare credibile – dice Donadio – ci sono impiegati in Regione che non recepiscono le due cose: l’area maternità rientra nell’emergenza urgenza, quindi non ci può essere fermo delle assunzioni, siamo sotto organico di 10 medici e le ostetriche stanno lavorando 16-18 ore al giorno, era stato indetto un concorso sia per medici che per ostetriche ma è stato bloccato”. Probabilmente è su questo e non sul personale medico e paramedico che si dovrebbe ragionare ed intervenire.

Carlo Di Stanislao

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