Chiodi, ”la verita’ non scritta, non sono indagato”

“Chiedo ai giornalisti presenti di intitolare un articolo del loro giornale con l’unica verità che mi riguarda e che è stata sempre abilmente nascosta all’interno di lunghi articoli: Chiodi non è indagato in nessuna delle vicende che in questi mesi gli sono state attribuite. E lo chiedo, per riparare alla suggestione insinuatoria e diffamatoria nei […]

Foto: Manuel Romano

“Chiedo ai giornalisti presenti di intitolare un articolo del loro giornale con l’unica verità che mi riguarda e che è stata sempre abilmente nascosta all’interno di lunghi articoli: Chiodi non è indagato in nessuna delle vicende che in questi mesi gli sono state attribuite. E lo chiedo, per riparare alla suggestione insinuatoria e diffamatoria nei confronti del presidente della Regione, reo di nulla e non indagato”. Lo ha detto il presidente della Regione Abruzzo e commissario per la ricostruzione, Gianni Chiodi, intervenendo al Consiglio regionale straordinario sulla ricostruzione post sisma. “In questi giorni sono stato peraltro oggetto di una serie di notizie che mi hanno visto, di volta in volta, appaltatore di commesse per il G8, manovratore degli appalti del terremoto, persona arrestata, di aver ricevuto dazioni sotto forma di consulenza attribuita al mio studio da Abruzzo Engineering o addirittura da Finmeccanica, per agevolarli nell’ottenimento di commesse per il terremoto, fino all’ultimo ‘Tangenti in Abruzzo: Chiodi sapeva’”. Poi Chiodi è entrato nell’argomento: “Ciò detto, voglio riferire a questo Consiglio ciò che sapevo; sapevo, perché riferito da Daniela Stati, che il sindaco di Lanciano e il senatore Fabrizio Di Stefano insistevano per commissariare un Consorzio dei rifiuti del lancianese, poiché il presidente, scaduto da tempo nella carica, ometteva di convocare l’assemblea dei soci, per evitare la riconferma – ha continuato -. Questo era quello che sapevo e quello che ho suggerito fu di richiedere un parere all’Avvocatura regionale. Non ho l’occhio magico né ad agosto del 2009 potevo averlo, tutti e due gli occhi erano fissi sulle fasi di assistenza alla popolazione aquilana”. Dal punto di vista politico, ha proseguito Chiodi, “l’assessore Venturoni non si è dimesso e la legge prevede che il presidente del Consiglio dei Ministri adotti un provvedimento di sospensione a far data dagli arresti domiciliari e fino al momento in cui verranno revocate le misure cautelari. Ma ricordo a tutti che esiste un articolo della Costituzione Italiana che afferma un principio sacrosanto e scolpito nei cuori di tutti gli uomini e le donne del mondo e che viene identificato con il principio di non colpevolezza”. “Per me, ma anche per tutti voi, Daniela Stati, Lanfranco Venturoni, Paolo Tancredi, Fabrizio Di Stefano, ma anche Ottaviano del Turco, Luciano D’Alfonso, Cantagallo, il sindaco di Nocciano – ha detto Chiodi – sono persone innocenti. Massimo Desiati dopo sette lunghi anni è stato assolto da quanto lui attribuito dagli organi inquirenti. L’intera Giunta comunale di Teramo, che fu sospesa e fatta cadere, è stata assolta per non aver commesso alcun fatto di quelli addebitategli dagli organi inquirenti, la vicenda di Roccaraso ha visto tantissime assoluzioni rispetto a quello che l’accusa aveva inteso perseguire come reato”. “Ecco perché – ha proseguito Chiodi – conviene avere il pié fermo, decisamente fermo, sul principio costituzionale di non colpevolezza. Conviene a tutti, destra e sinistra, a tutti gli uomini e a tutte le donne non impegnati nella sfera pubblica”.

Una risposta a “Chiodi, ”la verita’ non scritta, non sono indagato””

  1. TerryMoto ha detto:

    Demonizzare l’avversario politico è tipico di certe frange politiche supportate da stampa “lecchina”.
    Se facessero il proprio dovere:
    1) la stampa senza titoloni ad effetto tanto per vendere ma analisi e cronaca basata su fatti concreti
    2) i politici a lavorare per il bene pubblico e non per i propri interessi; Governo e Opposizione dovrebbero fronteggiarsi sui problemi veri e sui programmi
    allora si che l’Italia avrebbe almeno una piccola possibilità di uscire dalla crisi.
    L’alternativa è la Repubblica delle banane, qual siamo (o stiamo velocemente diventando!!!)

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