Derattizzazione razzista

Pensavamo di essere razzisti ma, in Europa, c’è chi ci batte anche in questo.  “No alla criminalità d’importazione”. “No alla fiscalità opprimente’” Questi gli slogan della campagna promossa via internet dal sito web www.balairatt.ch, oltre che dal social-network Facebook, in cui si raffigurano i lavoratori frontalieri come ratti che vanno a rosicchiare il formaggio in […]

Pensavamo di essere razzisti ma, in Europa, c’è chi ci batte anche in questo.  “No alla criminalità d’importazione”. “No alla fiscalità opprimente’” Questi gli slogan della campagna promossa via internet dal sito web www.balairatt.ch, oltre che dal social-network Facebook, in cui si raffigurano i lavoratori frontalieri come ratti che vanno a rosicchiare il formaggio in Svizzera. Partita online, la campagna prosegue con manifesti affissi a Lugano e Locarno. L’iniziativa non è stata ‘rivendicata’ da nessuno e la Lega dei ticinesi, principale indiziata, ha negato la paternità. La campagna pubblicitaria, ad un passo dalle elezioni elvetiche, con un chiaro invito alla ”derattizzazione”, prende di mira gli stranieri che delinquono, i lavoratori frontalieri, ma anche il ministro italiano dell’Economia Giulio Tremonti. E protesta in aula a Montecitorio, Marco Zacchera, deputato del Pdl e sindaco di Verbania, che oggi, in un’interrogazione al ministro degli Esteri e a quello dell’Economia, chiede di mettere uno stop alla campagna che lede l’immagine del Nostro Paese. Alla denuncia di Zacchera si associa un coro bipartisan di sostegno ai nostri lavoratori e di critiche all’iniziativa svizzera. “Sono molto amareggiato e contrariato per la vergognosa campagna pubblicitaria messa in atto in Canton Ticino contro i frontalieri, che sono paragonati a spregevoli ratti”, dice il senatore del Pdl, Alessio Butti. Per Narducci, vicepresidente della commissione Esteri della Camera, si tratta di ”offese infamanti e intollerabili verso i frontalieri italiani in Svizzeri. Tutto condivisibili, ci mancherebbe, ma ci chiediamo come mai, nella stessa sede, nessuno ha protestato e chiesto pubbliche scuse all’indirizzo dell’espressione di Bossi su S.P.Q.R., derubricata da lui stesso e dal Pdl a semplice “battutaccia”?

Carlo Di Stanislao

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