Un rubacuori ritorna fra le stelle

Nella sua lunghissima carriera, che ha attraversato quasi mezzo secolo (dal debutto del ’49 agli ultimi film di metà anni ’90), Tony Curtis, morto oggi, dopo lunga, estenuante malattia, ha recitato in oltre 70 film, cimentandosi in ruoli e generi molto diversi, dalla commedia brillante al thriller. L’attore, che aveva compiuto 85 anni il 3 […]

Nella sua lunghissima carriera, che ha attraversato quasi mezzo secolo (dal debutto del ’49 agli ultimi film di metà anni ’90), Tony Curtis, morto oggi, dopo lunga, estenuante malattia, ha recitato in oltre 70 film, cimentandosi in ruoli e generi molto diversi, dalla commedia brillante al thriller. L’attore, che aveva compiuto 85 anni il 3 giugno scorso, era nato nel Bronx nel 1925 in una modesta famiglia ebrea di origini ungheresi e aveva debuttato nel cinema nella parte di un fatuo ballerino in “Doppio gioco” di Robert Siodmak. Cresciuto nelle strade del Bronx, fra le bande del suo quartiere, figlio di un sarto ungherese, Tony Curtis ha partecipato alla seconda guerra mondiale entrando nei Marines e al suo rientro, con il solo obiettivo di diventare attore, ha cominciato a studiare arte drammatica. Nel 1949, inizia la sua carriera teatrale con il nome di James Curtis, cambiandolo poi in Anthony Curtis (ridimensionato poi in Tony), ma il suo debutto al cinema è con il film di Jerry Lewis (inedito in Italia) How to Smuggle a Hernia Across the Border (1949), dove recita accanto a colei che diverrà la sua prima moglie, Janet Leigh (la più nota vittima sotto la doccia di Psycho). La fama mondiale era arrivata con la commedia di Billy Wilder “A qualcuno piace caldo”, in cui recitava al fianco di Jack Lemmon e Marilyn Monroe. Negli anni cinquanta ha alternato ruoli leggeri, in cui metteva a frutto il fisico prestante, con parti drammatiche, dimostrando notevole versatilità. Nella sua carriera aveva ricevuto una nomination all’Oscar, nel 1958 per la sua performance in “La parete di fango”, con Sidney Poitier. Intensissima anche la sua vita privata. Sposato sei volte, era attualmente legato a Jill Vandenberg, sua moglie dal 1998. L’ultima volta che era finito su tutti i rotocalchi era stato nell’agosto del 2009 quando rivelò, in uno dei suoi tanti libri di memorie, di aver avuto una relazione con l’attrice Marilyn Monroe, che durante la loro relazione sarebbe rimasta incinta per poi perdere il bambino. Considerato un rubacuori, fu anche legato a Natalie Wood. Tra i suoi figli, la più famosa è Jamie Lee Curtis, che gli è stata lontana per la maggior parte della sua vita, tanto da fargli ammettere di essere stato un fallimento come padre. Sposato, come detto, sei volte, dal suo primo matrimonio con l’attrice Janet Leigh sono nate Jamie Lee Curtis, a sua volta nota attrice, e Kelly Curtis. Dalla seconda moglie, l’attrice austriaca Christine Kaufmann, ebbe due figlie, Alexandra (1964) e Allegra (1966). Dal matrimonio con Leslie Allen nacquero Nicholas (1971 – morto nel 1994 per overdose di eroina) e Benjamin (1973). Gli ultimi anni della sua vita li ha trascorsi con Jill Vandenbergh, di 42 anni più giovane, che aveva sposato nel 1998. Le sue ultime apparizioni di rilievo: Gli ultimi fuochi di Elia Kazan e La signora in bianco di Nicolas Roeg. A noi piace soprattutto ricordalo in In Spartacus di Stanley Kubrick, accanto a Kirk Douglas, che già aveva affiancato ne I Vichinghi di Richard Fleischer, in un ruolo difficile e svolto in modo davvero compiuto.

Carlo Di Stanislao

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