Banditi e campioni nell’Italia del venti

Il titolo è preso da una canzone, sulla stessa storia, mentre il soggetto si ispira al libro, dal titolo traslitterato,  “Il campione e il bandito”, di Marco Ventura. “La leggenda del bandito e del campione”, con Giuseppe Fiorello e Simone Gandolfo, in due puntate che andranno in onda lunedì e martedì su Rai Uno,  è […]

Il titolo è preso da una canzone, sulla stessa storia, mentre il soggetto si ispira al libro, dal titolo traslitterato,  “Il campione e il bandito”, di Marco Ventura. “La leggenda del bandito e del campione”, con Giuseppe Fiorello e Simone Gandolfo, in due puntate che andranno in onda lunedì e martedì su Rai Uno,  è già stato contestato dalle famiglie dei due protagonisti – ma lo sceneggiatore precisa che si tratta di una favola, un libero adattamento della realtà a fini narrativi. di Marco Ventura è già causa di polemiche. La nipote di Girardengo, in una lettera a ‘Il Giornale’ accusa gli autori di non raccontato la realtà e contesta l’amicizia fra il nonno e Pollastri, che secondo lei non c’è mai stata. “Questa su Girardengo è una fiction, non una biografia nè un documentario, è una libera interpretazione dei fatti che però hanno una base reale e documentata” ha detto in conferenza stampa il direttore di Rai Fiction Fabrizio Del Noce. La signora Giradengo, insomma, smonta un mito che è valsa la fortuna anche di Francesco De Gregori che al Bandito e al Campione dedicò, come si è ricordato,  una celebre canzone. In più lamenta il rifiuto della casa di produzione a farle visionare la sceneggiatura: “Dopo le mie prime lamentele il produttore Mario Rossini mi ha telefonato per tranquillizzarmi, ma quando ho chiesto di poter vedere il progetto mi ha risposto che avrebbe dovuto chiedere alla Rai ed è scomparso“. Di fatto l’autore del libro cui la miniserie è liberamente ispirata, Marco Ventura, dichiara di non aver mai parlato né della donna in comune né delle manovre di Girardengo per far espatriare Sante: insomma sarebbero i tipici episodi da ‘fiction’ messi a bella posta per creare qualche storylines ulteriore, finendo spesso per modificare il senso della storia. Di casi del genere è pieno il genere biografico-traspositivo della fiction italiana: da Rino Gaetano a La Cittadella di Cronin con Massimo Ghini. E aspettiamo ancora una versione de I Promessi Sposi in cui Lucia fugge con Don Rodrigo: abbiate fede, nel nome dell’attualizzazione e dell’eroina moderna arriverà prima o poi. La storia della nuova fiction di Rai1 , ambientata nell’Italia del primo ‘900, racconta il profondo legame, fin da ragazzi, fra Costante e Sante, di Novi Ligure, uniti anche dalla passione per la bicicletta. I due si infatuano di una bella ragazza, Mela (un personaggio inventato dagli autori, interpretato da Raffaella Rea) e proprio una violenza da lei subita porta Sante al primo omicidio e alla clandestinità. Costante invece si afferma come giovane campione. Beppe Fiorello ha voluto interpretare Pollastri invece di Girardengo perchè “sarebbe stato scontato. Ruoli belli e positivi ne ho già fatti. E’ più divertente fare un personaggio come questo, con chiaroscuri e qualche macchia. Permette di stare più sopra le righe”. Gandolfo, già interprete di Fausto Coppi nella fiction ‘Gino Bartali – L’intramontabile’ si è allenato a lungo per il ruolo, utilizzando biciclette dell’epoca: “Orio Vergani paragonava Coppi a Achille, un eroe senza fattezze da eroe, il primo ciclista moderno – dice l’attore . Girardengo è molto più simile a Bartali, poi il ciclismo della sua epoca era molto diverso, percorreva tappe di 400-500 km, erano gare di sopravvivenza più che di velocità”. Scritta da Andrea Purgatori e Debora Alessi, diretta da  Luigi Gasparrini, della durata complessiva di 200 minuti, la fiction vuole essere un ritratto dell’italia degli anni Venti, il paese della bicicletta, metafora di un mondo nuovo che si affranca dalla miseria.

Carlo Di Stanislao

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