Confesercenti: Abruzzo al sud, non solo economicamente

“L’etica, le inchieste e la stanchezza delle imprese” è il titolo del documento che la Giunta di Confesercenti Abruzzo ha approvato all’unanimità per denunciare lo stato d’animo delle imprese abruzzesi di fronte alla crisi “etica ed economica dell’Abruzzo”. Il timore espresso è che l’Abruzzo, stia scivolando verso sud, non soltanto sotto il profilo economico. “E’ […]

“L’etica, le inchieste e la stanchezza delle imprese” è il titolo del documento che la Giunta di Confesercenti Abruzzo ha approvato all’unanimità per denunciare lo stato d’animo delle imprese abruzzesi di fronte alla crisi “etica ed economica dell’Abruzzo”. Il timore espresso è che l’Abruzzo, stia scivolando verso sud, non soltanto sotto il profilo economico. “E’ il momento – si dice nel documento – che maggioranza, opposizione e forze sociali – ciascuno nelle sue funzioni – trovino insieme la strada migliore per salvare l’Abruzzo”. “Le imprese abruzzesi sono stanche di vedere una classe dirigente che, di fronte a questo preoccupante scivolamento verso sud, preferisce guardare solo pochi indicatori, quando la condizione economica di migliaia di piccole e medie imprese dovrebbe destare più di una preoccupazione Sarebbe necessario investire risorse disponibili nel miglioramento della competitività delle piccole e medie imprese, nell’accesso al credito, nella crescita dimensionale, nella promozione turistica, come molte Regioni stanno coraggiosamente facendo. Sarebbe necessario compiere scelte strategiche, tutelare la cultura imprenditoriale, riformare un sistema di istruzione che resta sganciato dal tessuto produttivo, ridimensionare la burocrazia, rilanciare la capacità di attirare nuovi investimenti. Sarebbe necessario, se non prioritario, programmare la tempistica di una decisa riduzione delle tasse, che restano una palla al piede nella competitività delle imprese abruzzesi anche rispetto alle regioni limitrofe. O destinare, come proponiamo da mesi, mezzo punto di Irap agli investimenti per le imprese. Se ciò non avvenisse – si legge ancora nel documento -, risulterebbero inutili le convergenze raggiunte con gli assessorati al turismo, alle attività produttive, alla formazione”.

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