I monumenti funerari a torre in Abruzzo – 3

Continua… Del sito della città romana di Peltuinum, attuale Prata d’Ansidonia, sorta lungo la Claudia Nova pervengono informazioni mediante il toponimo della chiesa medievale realizzata ai bordi del perimetro urbano antico: S. Paolo di Peltuino. Interessanti sono i resti di un monumento funerario di epoca romana a circa 100 m dalla porta occidentale che rimandano […]

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Del sito della città romana di Peltuinum, attuale Prata d’Ansidonia, sorta lungo la Claudia Nova pervengono informazioni mediante il toponimo della chiesa medievale realizzata ai bordi del perimetro urbano antico: S. Paolo di Peltuino.
Interessanti sono i resti di un monumento funerario di epoca romana a circa 100 m dalla porta occidentale che rimandano a un fabbricato di forma parallelepipeda.

Il nucleo si compone di piccoli e medi conci di forma incerta allettati d a un abbondante strato di malta bianca ricca di breccia locale. Nelle parti ancora intatte del lato che volge a meridione, arreca lo strato di preparazione per intonaco e una lisciatura che doveva servire da base per il rivestimento in lastre calcaree.
A causa di una lacuna dal punto di vista storico non si è riusciti a individuare il committente del monumento e chi vi fu sepolto, però la posizione dell’elevato adiacente alla porta di età romana, a sinistra della Via Claudia, fa intendere l’importanza assunta dal personaggio ivi sepolto all’interno della città.
Il rinvenimento nel nucleo di un’urna cineraria porterebbe presupporre la realizzazione del sepolcro fra l’Età Augustea e quella Giulio- Claudia, in contemporanea dell’affermarsi in Italia di questa tipologia funeraria di matrice orientale.
Un ulteriore esempio di monumento funerario “a torre”lo si riscontra ad Alba Fucens, nell’’estremità settentrionale della grande terrazza di là dalla Porta Fellonica che include il nucleo in opera cementizia di un monumento sepolcrale a torre, anteriore alla realizzazione della terrazza stessa, a nord della quale si addossò successivamente il recinto rettangolare (diviso da un muretto in due parti diseguali).
Alba Fucens, il Monumento a “torre”
Si tratta di una costruzione omogenea sia sotto il profilo tecnico-costruttivo sia per l’impiego di componenti architettoniche e databile al I secolo a.C., mentre la tomba cui il monumento risulta essere collegato sarebbe di più antica realizzazione.
Il piccolo recinto adiacente potrebbe essere un heeroon, luogo destinato al culto del titolare del sepolcro.
Dalla comparazione tra fonti storico-archivistiche e orali si giunge alla conoscenza del personaggio per il quale fu commissionata la realizzazione del suddetto monumento funerario.  Il Console M. Emilio Lepido si era opposto alla fazione senatoria di Silla nel 78 a.C., così arruolò un esercito in Etruria, ma subì una sconfitta e trovò rifugio in Sardegna dove la morte lo accolse. Uno dei suoi figli adottato da Scipione, provò a realizzare un avamposto di resistenza ad Alba Fucens, che a seguito di un lungo assedio si arrese a Pompeo1.
Scipione venne giustiziato in questo centro sempre nel 78 a.C. e si potrebbe riconoscere nel sepolcro della terrazza il luogo della sua deposizione. In realtà il monumento funerario fu innalzato all’incirca nel 49 a.C. dal fratello di M. Emilio Lepido, ormai prossimo al triumvirato, e perciò sarebbe il caesarerum della città, il monumento dinastico del dittatore, associato alle memorie degli Aemilii Lepididi, in effetti, vi è un’analogia fra questo corpo di fabbrica e il caesarerum di rene.
Dalla terrazza provengono anche due ritratti maschili, risalenti alla metà del I secolo a.C., di cui uno è stato erroneamente identificato con quello di Silla, i quali sarebbero affini per fisionomia e per raffronto con le rappresentazioni monetali del triumviro Lepido con il ritratto di un uomo più anziano, quello dello Scipione ucciso ad Alba Fucens nel 78 a. C..
Nella Necropoli di Arciprete, lungo il tracciato che dalle mura immetteva nel tratto stradale costeggiante il lago, si riscontra nel nucleo in opera cementizia a base quadrata il resto di un mausoleo a podio o a torre.
A San Benedetto dei Marsi nell’estremità Sud Ovest dell’abitato, lungo il tratto della Via Valeria, l’attuale Circofucense, è possibile riscontrare i ruderi di due mausolei noti come i “Morroni”, databili all’ultimo quarto del I secolo a.C..
Dell’esemplare a torre quadrata restano soltanto i blocchi per le ammorsature di rivestimento delle lastre calcaree, ora non più presenti perché asportate e rimpiegate durante il Rinascimento per l’edificazione della nuova Cattedrale di Piscina. Gli ultimi interventi di scavo e di restauro hanno permesso una migliore lettura stratigrafica delle gettate di calcestruzzo risalenti alla fase romana, delle fondazioni del rivestimento con imponenti blocchi rettangolari di calcare, degli incavi per le ammorsature dei blocchi superiori e un recinto in opera reticolata probabilmente racchiudeva entrambi i due monumenti funerari.
Secondo le fonti storiche nel XIX secolo, durante il periodo di maggiore innalzamento delle acque del Fucino (1804, 1816-1817), i due sepolcri erano sommersi per la metà della loro altezza dalle acque, tanto da far preoccupare i visitatori per la loro incolumità.
I nuclei spogli di altri due monumenti funerari “a torre”, noti anche in questo caso col nome di “Morroni”, sono visibili vicino la Chiesa di S. Pelino a Corfinium, per la costruzione della quale e della Cattedrale di S. Alessandro, si è proceduto al rimpiego di diversi materiali asportati da una necropoli imperiale che sorgeva nelle vicinanze, come blocchi di pietra, iscrizioni e decorazioni ornamentali.
Il primo corpo di fabbrica presenta un nucleo in opera cementizia e s’innalza per quasi 9.
Francesca Ranieri

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