Il sogno di Dalì in mostra a Milano

E’ iniziata il 22 settembre e sino al 30 gennaio 2011, consentirà di confrontarsi e godere del genio visivo e visionario di Salvator Dalì, che, dopo cinquantanni dalla sua ultima personale a Milano, torna a far sognare gli appassionati d’arte e cultura,a Palazzo Reale, con una mostra intitolata: “Il sogno si avvicina”, incentrata sul rapporto […]

E’ iniziata il 22 settembre e sino al 30 gennaio 2011, consentirà di confrontarsi e godere del genio visivo e visionario di Salvator Dalì, che, dopo cinquantanni dalla sua ultima personale a Milano, torna a far sognare gli appassionati d’arte e cultura,a Palazzo Reale, con una mostra intitolata: “Il sogno si avvicina”, incentrata sul rapporto del grande artista spagnolo con il paesaggio, il sogno e il desiderio.

La mostra si presenta come uno spettacolo, in senso daliniano: un grande palcoscenico per 56 opere, una successione di sale colorate che vanno dal nero tenebra alla luce azzurra del mediterraneo. Ci sono naturalmente tutti gli ingredienti daliniani – gli orologi disciolti, i giochi surreali, le ombre sottili, le giraffe infuocate, la poesia e lo straniamento. Per la sua realizzazione, fondamentali la collaborazione con la Fondazione Gala-Salvador Dalí di Figueras e i prestiti dal Reina Sofia di Madrid e altre istituzioni museali (il Dalì Museum di St. Petersburg, Florida, il Boijmans Museum di Rotterdam e i Musei Vaticani). Nel percorso della mostra sarà fruibile il cortometraggio Destino di Salvador Dalì e Walt Disney, mai proiettato prima in Italia: Dalí lavorò al fianco di Disney tra il 1945 e il 1946 ma il film fu completato solo nel 2003. Espositi anche alcuni dei disegni originali creati per il corto. La mostra è stata curata dell’architetto Oscar Tusquets Blanca, amico e collaboratore di Dalí, a cui si deve la sala Mae West nel museo di Figueras dedicato al pittore spagnolo e il famoso sofà Dalilips, realizzato su disegno dello stesso maestro. Per la prima volta la sala di Mae West verrà realizzata all’interno del percorso espositivo, così come fu ideata da Dalì stesso. Altro curatore della mostra, che si sofferma sui modi di guardare di Dalì e in particolare sui ritratti e sugli autoritratti, eseguiti dagli anni giovanili fino agli anni Ottanta, ha avuto come altro curatore l’italiano Vincenzo Trione. Presentando la mostra, la direttrice della Fondazione, Montse Aguer, ha ricordato quanto Dalí desiderasse trasformare l’opera d’arte in un incontro misterioso: “Non voleva visitatori ma personaggi che si lasciassero provocare dalle sue visioni. Da buon surrealista, ci tiene a screditare il reale per aprire le finestre della mente”. È per ricreare questa “esperienza totale” dell’opera d’arte che il gruppo 24 Ore Cultura, che ha prodotto la mostra, ha anche finanziato il restauro di quella che è in realtà la vera chicca del l’esposizione, il grande trittico del 1936 Paesaggio con fanciulla che salta la corda che proviene dal museo Boijmans van Beuningen di Rotterdam, e non è mai stato prestato prima di questa occasione. Paesaggio è la parola chiave dell’intera mostra, che affronta l’opera di Dalí procedendo tematicamente, attraverso i luoghi reali e mentali del pittore che visse a Madrid, a Parigi, a New York, ma rimase legato al suo Ampurdán al punto di dire: “Io sono Cap de Creus”. nfo e prenotazioni: tel. 0254913, www.mostradali.it Catalogo 24 Ore Cultura, euro 35,00.

Carlo Di Stanislao

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