Un Nobel per lavoro e contrasto alla disoccupazione

Lo scorso 11 ottobre, il giorno dopo la morte dell’economista francese Maurice Allais, vincitore del premio Nobel nel 1988, deceduto a 99 anni, la Reale Accademia Svedese per le Scienze ha assegnato il premio Nobel 2010 per l’Economia, al britannico-cipriota Christopher Pissarides e agli statunitensi Peter Diamond e Dale Mortensen, in virtù dei loro studi circa […]

Lo scorso 11 ottobre, il giorno dopo la morte dell’economista francese Maurice Allais, vincitore del premio Nobel nel 1988, deceduto a 99 anni, la Reale Accademia Svedese per le Scienze ha assegnato il premio Nobel 2010 per l’Economia, al britannico-cipriota Christopher Pissarides e agli statunitensi Peter Diamond e Dale Mortensen, in virtù dei loro studi circa l’influenza delle politiche economiche sul mercato del lavoro e l’andamento della disoccupazione. Diamond insegna al Mit di Boston, Mortensen alla Northwestern University di Chicago e Pissarides della London School of Economics. Essi hanno definito una nuova metodologia di analisi sul mercato del lavoro: in particolare, hanno studiato come l’occupazione e le retribuzioni vengano influenzate dalla regolamentazione e dalla politica. L’analisi dei tre premi Nobel si concentra, in particolare, sulle recenti difficolta’ di conciliare la domanda e l’offerta sul mercato del lavoro. Il comitato Nobel ha cosi’ spiegato, nel dettaglio, l’argomento dello studio: “Perche’ ci sono cosi’ tanti disoccupati nonostante la consistente offerta di lavoro? In che modo le variabili politiche influenzano la disoccupazione? I candidati hanno elaborato una teoria che riesce a rispondere a queste domande”. Il problema oggi e’ come ridurre la disoccupazione nei paesi avanzati. Il presidente Usa, Barack Obama l’ha capito bene, tanto che aveva proposto il 70enne Diamond per un posto nel board della Fed, tanto piu’ che Diamond e’ un maestero dell’attuale presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke. Ma il Senato statunitense l’ha bocciato, sostenendo che era un esperto di occupazione e non di politica monetaria. Una svista? No, un problema di priorita’. Oggi secondo molti la priorita’ e’ l’occupazione e i modelli di Diamond, che risalgono agli anni Cinquanta e Sessanta, spiegano come sia razionale che vi siano disoccupati, anche per imperfezioni dei mercati, non corrette dalla politica economica. Cioe’ “La search theory di Diamond ci dice che sul mercato ci sono disoccupati e aziende che cercano lavoro, ma che difficilmente tutto cio’si trasforma in un equilibrio. Perche’ il mondo non e’ facile e la teoria di Diamond ci spiega che non c’e’ perfetta conoscenza su cio’ che succede. Chi cerca lavoro non riesce a rivolgersi a tutti quelli che avrebbero bisogno di lui e le aziende non ti conoscono. Per cui si rimane disoccupati per tutto un insieme di problemi informativi e perche’ ci sono frizioni sui mercati. Questi modelli teorici hanno fatto scuola negli anni Sessanta e Settanta, ma oggi mostrano il fianco. Mortensenn e Pissarides li hanno fatti propri e li hanno approfonditi e applicati in molti lavori successivi che hanno scritto insieme sul capitale umano, la sicurezza sociale, la disoccupazione. I tre economisti hanno dato molteplici contributi alla scienza economica e, in particolare, i lavori di Diamond sono unanimemente riconosciuti come punti di riferimento su temi che spaziano dagli schemi di tassazione ottima, ai sistemi pensionistici, al ruolo del capitale nella crescita. Il Premio viene però loro attribuito per lo specifico contributo, che li accomuna, all’analisi di mercati caratterizzati dalla presenza di costi di ricerca, cioè mercati nei quali sia chi domanda sia chi offre beni o servizi è costretto a impiegare risorse materiali, energie e tempo per individuare ciò che corrisponde adeguatamente alla propria disponibilità a partecipare allo scambio. In particolare a Diamond viene attribuito il merito di aver sviluppato l’analisi di base di tali mercati e a Mortensen e Pissarides quello di averla estesa e applicata al mercato del lavoro. A differenza di quanto avviene, ad esempio, per prodotti industriali a elevata standardizzazione, il mercato del lavoro è caratterizzato da una forte eterogeneità sia dei servizi offerti, che dipende dalle differenze nelle caratteristiche individuali dei lavoratori, sia delle necessità delle imprese, che abbisognano per l’organizzazione dell’attività produttiva di competenze variegate e in costante mutamento, soprattutto in funzione del progresso tecnico. In questa situazione lavoratori e imprese impiegano dunque tempo ed energie a individuare un partner ideale o almeno soddisfacente ed è dunque possibile che in un dato istante ci siano contemporaneamente posti di lavoro vacanti e lavoratori disoccupati in cerca di lavoro. A differenza di ciò che avviene nell’analisi classica di concorrenza perfetta, nella quale il meccanismo dei prezzi garantisce che in equilibrio domanda e offerta si eguaglino, in un mercato del lavoro caratterizzato dalla presenza di costi di ricerca, anche senza che vi siano imperfezioni nel funzionamento del mercato stesso, possiamo dunque avere contemporaneamente una quota di domanda e di offerta insoddisfatte e, conseguentemente, un numero di disoccupati involontari anche molto elevato.

Carlo Di Stanislao

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *