Milano, sciolta nell’acido collaboratrice giustizia

La collaboratrice di giustizia calabrese Lea Garofalo, scomparsa un anno fa a Milano, è stata uccisa e sciolta nell’acido dall’ex compagno, Carlo Cosco, esponente della ‘ndrangheta, che voleva punirla per le sue rivelazioni sulla mafia di Petilia Policastro. Ne e’ convinta la procura antimafia del capoluogo lombardo, che nella notte ha notificato sei ordinanze di custodia […]

La collaboratrice di giustizia calabrese Lea Garofalo, scomparsa un anno fa a Milano, è stata uccisa e sciolta nell’acido dall’ex compagno, Carlo Cosco, esponente della ‘ndrangheta, che voleva punirla per le sue rivelazioni sulla mafia di Petilia Policastro. Ne e’ convinta la procura antimafia del capoluogo lombardo, che nella notte ha notificato sei ordinanze di custodia cautelare in carcere a Cosco e ai suoi complici. Il mafioso aveva rapito la donna a Milano in occasione di una visita di questa alla figlia che aveva avuto da Cosco.Uccisa e sciolta nell’acido in un terreno vicino a Monza. Svolta nelle indagini sulla scomparsa circa un anno fa a Milano della collaboratrice di giustizia Lea Garofalo. Gli inquirenti la  ritengono vittima di una vera e propria esecuzione. Notificate 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Due provvedimenti notificati in cella a Carlo Cosco, ex convivente della donna e a Massimo Sabatino, che erano già stati arrestati per un precedente tentativo di sequestro, con lo scopo di uccidere la Garofalo per vendicarsi delle sue dichiarazioni, a partire dal 2002, contro alcuni affiliati alle cosche della ‘ndrangheta di Petilia Policastro. Secondo l’indagine, Carlo Cosco avrebbe organizzato l’agguato a Garofalo mentre questa era a Milano.

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