Trasmissioni chiuse e discariche aperte

Dopo la censura a Santoro e l’attacco alla Gabanelli, è ora la volta del nuovo programma di Fabio Fazio “Vieni via con me”, con Giorgio Saviano ad avere problemi. Ieri la clamorosa denuncia del conduttore che ha dichiarato: “La clamorosa denuncia del conduttore: “A tre settimane dal via, congelati i contratti , dopo che tutto […]

Dopo la censura a Santoro e l’attacco alla Gabanelli, è ora la volta del nuovo programma di Fabio Fazio “Vieni via con me”, con Giorgio Saviano ad avere problemi. Ieri la clamorosa denuncia del conduttore che ha dichiarato: “La clamorosa denuncia del conduttore: “A tre settimane dal via, congelati i contratti , dopo che tutto era stato concordato”. Per la prima puntata stop a Benigni, Albanese, Paolo Rossi. “Evidentemente la tv non può permettersi di raccontare la realtà”. Insomma, ad appena 20 giorni dalla prima puntata e con il battage pubblicitario già in corso, gli ospiti non hanno ancora il contratto e giustamente Saviano dice a e pubblica: “Così non vado in onda”: Evidentemente, cargomento sullo stesso quotidiano Fazio “è un momento in cui la tv non può permettersi di raccontare la realtà”. Fazio esclude che dietro i ritardi nell’approvazione dei contratti ci siano ragioni di carattere economico: “Benigni ha accettato tutte le condizioni poste dalla Rai” e a quanto si apprende il premio Oscar avrebbe garantito la sua presenza alla prima puntata per un cachet decisamente inferiore a quello percepito per la sua ultima apparizione in Rai, lasciando all’azienda tutti i diritti. “Ma a tre settimane dal via – ribadisce Fazio – praticamente non ha il contratto nessuno. E per di più oggi abbiamo saputo da Raitre che son stati rimandati indietro contratti sui quali erano già stati presi accordi. Ora basta”. Tuttavia oggi, come segnala TGcom, la Direzione Generale della Rai ha emesso un comunicato, smentendo di aver voluto bloccare la partecipazione di ospiti quali Roberto Benigni o Paolo Rossi ”Non c’è alcuno stop – si legge nel comunicato – ma soltanto un doveroso approfondimento sui costi”. L’approfondimento, specificano dalla direzione generale della tv di Stato, “viene portato avanti dagli uffici competenti , come giusto che sia, in merito a richieste economiche per Rai molto significative (in un caso 250 mila euro per una sola puntata)”. ”Al riguardo – continua la nota – c’è più che il sospetto che alcune notizie vengano fatte filtrare accampando inesistenti motivazioni politiche per ‘forzare’ la trattativa economica. Si è comunque fiduciosi nel recupero di ragionevolezza e quindi nel buon esito della trattativa stessa”. Il riferimento in particolare sarebbe a Roberto Benigni. Lui, infatti, avrebbe chiesto 250mila euro per intervenire come ospite a una delle puntate. Altre cifre che filtrano sono quelle riguardanti il compenso di Roberto Saviano che, secondo quanto riporta Dagospia, sarebbe di 80mila euro a puntata.  La risposta di Roberto Benigni non si è fatta attendere ed è arrivata a stretto giro di posta attraverso il suo agente Lucio Presta che definisce la polemica sul cachet del comico “una scusa” per mettere i bastoni fra le ruote al programma. ”Quando sono andato in Rai per aprire la trattativa sulla partecipazione di Benigni a ‘Vieni via con me’ – sottolinea Presta – per la prima volta nella mia vita non ho chiesto una cifra, ma mi sono limitato a chiedere quale fosse l’offerta dell’azienda per la presenza di Roberto. Mi è stata fatta un’offerta e io l’ho accettata subito, senza discutere. Poi ho chiesto se potevano essere conservate le clausole, diritti compresi, che abitualmente vengono inserite nei contratti per Benigni. Mi è stato risposto: ti faremo sapere. Poi mi hanno dato il via libera, fatta eccezione per i diritti su quel passaggio tv che sarebbero rimasti alla Rai. E io ho accettato ancora una volta, dando l’ok alla stipula del contratto”. Senza contratto anche gli altri ospiti previsti: Claudio Abbado, Bono Vox e Antonio Albanese. La scaletta del programma, racconta Saviano, è stata consegnata al direttore generale Mauro Masi “senza tenere nulla nascosto. Faccio un esempio: ho detto che nella prima puntata vogliamo occuparci delle proprietà di Berlusconi”, poi di mafia e di camorra. “Ufficialmente il silenzio. Nessuno ci ha detto nulla”. Ma da allora “è cominciato un tentativo continuo di rimpicciolire la trasmissione” fra l’altro “non firmando il contratto con la Endemol e infine azzerando gli ospiti”. “Temo che la paura prevalga e nessuno si voglia prendere la responsabilità della messa in onda” ma “nemmeno di dire un ‘no’ chiaro”. Naturalmente insorge l’opposizione, che punta di nuovo il dito contro Masi, già bersagliato per la sospensione di Annozero. “Una censura da Oscar”, tuona il portavoce dell’Idv, Leoluca Orlando. “Masi stavolta si è superato. E’ arrivato a boicottare anche il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano che avrebbe dovuto ospitare, fra gli altri, anche il premio Oscar, Roberto Benigni. Chi ha paura di un simbolo della lotta a tute le mafie come Roberto Saviano?” Orlando invoca l’intervento di Garimberti e Zavoli perché “con Masi l’azienda ha letteralmente toccato il fondo”. L’eurodeputato Luigi de Magistris commenta sul suo profilo Facebook: “C’era una volta il servizio pubblico di informazione, oggi esiste quello della pubblica epurazione”. Per il senatore Pd Vincenzo Vita, componente della commissione di Vigilanza Rai,”delle due l’una: o è censura o è incapacità. In entrambi i casi aumenta a dismisura il dubbio sull’opportunità che lo stesso Masi continui a svolgere la funzione di Direttore generale della Rai”. Staremo a vedere da qui all’8 novembre, data prevista per la prima puntata, come evolveranno le cose. Anche se la questione è seria ed investe la libertà di espressione sulla tv di stato, lo è forse un po’ meno di quella immondizia a Napoli e dintorni, con un clima che ci riporta al gennaio 2008, con Terzigno al posto di Chiaiano e con un governo di centro destra al posto del centro-sinistra, con l’aggravante che il primo ha vinto, il secondo perso le elezioni sul problema. Il principale fronte del dissenso attuale resta discarica di Terzigno, dove circa duecento cittadini sin dalle prime ore di ieri avevano organizzato blocchi per impedire ai camion auto compattatori di scaricare i rifiuti. Intorno alle 13, in Via Zabatta, le forze dell’ordine in tenuta antisommossa hanno effettuato cariche di alleggerimento contro i manifestanti che lanciavano sassi e bottiglie contro le camionette di polizia e carabinieri, per ostacolare il passaggio delle pattuglie che si stavano dando il cambio turno (vedi video su: http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=9&IDalbum=31146&tipo=VIDEO). Ricordiamo al lettore che sulla discarica in località cava Vitiello, sulla quale tra l’altro sia l’Unione europea che la provincia di Napoli hanno espresso perplessità (siamo in pieno parco del Vesuvio), si è espressa anche il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino che, sempre ieri, ha segnalato, in una lettera indirizzata a governo, regione Campania e provincia, la “gravissima situazione che negli ultimi giorni ha seriamente compromesso il regolare funzionamento del sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani nell’ambito cittadino e provinciale”. E in attesa di soluzioni, ricordiamo che lo stato attuale, contrassegnato da 520 tonnellate di rifiuti giacciono per le strade di a cui vanno aggiunte le 600 tonnellate contenute in 80 compattatori carichi che non hanno potuto conferire, non è diversa da quella risolta con un “miracolo” dal “governo del fare” due anni fa. Il presidente del Senato, Renato Schifani, in un messaggio inviato al presidente dell’Unione delle Province d’Italia, Giuseppe Castiglione, in occasione del convegno sul tema “Federalismo, territorio, sicurezza e sviluppo”, che si tiene oggi e domani a Catania, ha scritto: “Sono profondamente convinto che il federalismo possa rappresentare per il nostro Paese una svolta epocale e segnare la complessiva trasformazione politica e istituzionale, sulla base del principio della responsabilità dei livelli di governo. Il federalismo non solo potrà favorire l’uso efficiente delle risorse ma anche promuovere nuovi modelli di sviluppo per i nostri territori”. Speriamo favorisca, in primo luogo, la vera soluzione senza tarocca menti dei problemi locali (con acrobazie magico-mediali come per L’Aquila e Napoli) ed un’autentica garanzia della pluralità delle opinioni.

Carlo Di Stanislao

Una risposta a “Trasmissioni chiuse e discariche aperte”

  1. Cittadino ha detto:

    Il popolo dei santoni ha chiaramente bisogno di un Saviano e di un Benigni per 330 mila euro l’ora circa, ma se chiaramente c’è una perplessità sull’ennesimo spreco di soldi pubblici ( anche se in mala fede come condivido ) tutti gridano allo scandalo…. ma non dovrebbe essere il contrario?? E poi Saviano, simbolo di lotta alle mafie?? ma dai

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