Bastonate e riconteggi

  La protesta dei pastori in tutta Italia, con quelli sardi in prima linea, dura da qualche tempo. Pochi giorni fa un’invasione pacifica delle pecore a Cagliari e, subito dopo, una manifestazione seguita a breve distanza da un’analoga protesta, senza ovini al seguito, a Roma, ma senza nessuna conclusione. Prima ancora si ricordano il blocco dell’aeroporto […]

  La protesta dei pastori in tutta Italia, con quelli sardi in prima linea, dura da qualche tempo. Pochi giorni fa un’invasione pacifica delle pecore a Cagliari e, subito dopo, una manifestazione seguita a breve distanza da un’analoga protesta, senza ovini al seguito, a Roma, ma senza nessuna conclusione. Prima ancora si ricordano il blocco dell’aeroporto di Alghero (SS) e del cuore della strada statale 131, importante arteria della’isola, che collega Cagliari e Sassari. Qualcuno ricorderà anche il blitz a Porto Rotondo, in pieno agosto, a due passi da Villa Certosa, sotto gli occhi dei turisti. Proteste pacifiche: urla, fischi, striscioni e pochissime tensioni. Ieri invece è andata diversamente. In 10.000 si sono riuniti di fronte alla sede della Regione Sardegna, persuasi a manifestare in modo pacifico ma fermo, con un corteo nelle vie del centro, giunto fino al Consiglio Regionale, nella centralissima Via Roma, mentre si svolgeva una riunione in materia. Ma l’atmosfera si è scaldata e la manifestazione è degenerata quando un piccolo gruppo di manifestanti ha scagliato pietre e bottiglie di vetro contro la polizia, la quale, per evitare sopraffazioni, ha risposto e caricato con lanci di lacrimogeni, a detta di alcuni anche ad altezza d’uomo. La protesta di Cagliari aveva trovato il pieno sostegno o del presidente della Confederazione italiana agricoltori (Cia) Giuseppe Politi, che alla vigilia aveva dichiarato ad ADNkronos: ”La drammatica situazione in cui versa l’agricoltura sarda, e soprattutto il settore ovicaprino ormai sull’orlo del tracollo, e’ l’aspetto piu’ emblematico della grave crisi che attanaglia le imprese agricole del nostro Paese. Un quadro estremamente complesso che richiede al piu’ presto interventi mirati e politiche realmente incisive. Siamo al fianco degli agricoltori e degli allevatori sardi sempre piu’ in affanno. Nell’ambito della nostra mobilitazione, svilupperemo nelle prossime settimane in Sardegna una grande manifestazione a sostegno delle aziende alle prese con grandi problemi che, se non risolti, rischiano di provocare molte chiusure d’attivita”’. Dopo i tafferugli, divenuti secondo i testimoni vera guerriglia urbano e che hanno portato a vari ferimenti da l’una e l’altra parte e a cinque arresti, il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci, condannando gli episodi verificatisi a causa della’intemperanza di alcuni esponenti Movimento Pastori Sardi, ha detto: “Le ragioni legittime di una protesta non possono mai giustificare degenerazioni come quelle viste a Cagliari davanti al Consiglio Regionale. Siamo stati sempre aperti al dialogo e lo abbiamo piu’ volte dimostrato. Sul tema della pastorizia – abbiamo svolto una serie di incontri con le singole sigle e, come e’ noto, abbiamo gia’ fissato per giovedi’ un incontro con tutte le associazioni; lo scopo e’ proprio quello di analizzare le problematiche che vive il comparto agropastorale, per individuare assieme, e quindi condividerle, le possibili soluzioni. Quella e’ la sede in cui le ragioni di chi e’ sceso in piazza, oggi con il Movimento Pastori Sardi e nei giorni scorsi con le altre associazioni di categoria, devono trovare il necessario sbocco operativo. Atteggiamenti come quelli visti a Cagliari, escono dall’alveo della dialettica democratico non rappresentano un contributo positivo alla causa dei pastori e meritano d’essere isolati”. Intanto, in serata, l’irruzione di un gruppo di manifestanti all’interno della Regione, per chiedere il rilascio immediato dei 5 compagni fermati e provvedimenti a favore del settore agro-pastorale. Nella notte, trascorsa tranquillamente, davanti alla sede del Consiglio regionale sono rimasti una cinquantina di manifestanti di appoggio agli occupanti la sala Commissione, che sono stati rifocillati (panini, acqua ma anche caricabatterie per i cellulari) con alcune corde calate dall’alto. Oggi, il leader del Movimento pastori sardi, Felice Floris, rilancia e dichiara: “Le nostre aziende stanno morendo e la politica non si preoccupa. Fino a oggi siamo stati presi in giro, illusi: ora basta, la battaglia andrà avanti”. Il presidio, quindi, continua e gli allevatori stanno organizzando i turni per tenere occupata l’aula e il Consiglio regionale, che è stato costretto a rimandare la seduta in programma per questa mattina. A Cagliari, gli allevatori si erano radunati anche un mese fa e quella giornata di protesta era finita tra gli applausi: tutti soddisfatti per le promesse d’impegno del presidente della Regione e dell’assessore all’Agricoltura. I tempi della politica, però, non coincidono con quelli degli imprenditori disperati e così il Movimento pastori ha deciso di tornare in città per suonare la sveglia agli amministratori. Ma più suonare sono stati, letteralmente, suonati, con cariche brutali e non giustificate dalle intemperanze teppistiche di pochi infiltrati. Altra questione molto interessante è lo stop al riconteggio emesso dalla V sezione del Tribunale di Stato, riunita ieri in camera di consiglio a Roma, che ha accolto il ricorso di Cota, che si opponeva alla conta di circa 15mila schede, come richiesto e ottenuto dalla Bresso tre mesi fa. Il massimo tribunale amministrativo pone per il momento la parola fine sulle contese che riguardano le elezioni regionali dello scorso marzo. Il Piemonte rimane a Cota, il riconteggio delle schede già avviato e concluso in molte provincie, è sospeso. Quanto all’ex “zarina” del Piemonte Mercedes Bresso, ha amaramente preso visione della decisione del Consiglio di Stato, ammettendo la sua preoccupazione: “Le possibilità di vittoria – ha dichiarato in un’intervista a “La Repubblica” – si allontanano parecchio. Mi hanno spiegato che il ricorso verrà discusso nel merito a gennaio, ma che già nelle motivazioni della sentenza del Consiglio di Stato – ha aggiunto – ci sarebbero elementi a noi sfavorevoli. Siamo preoccupati”. Prima dello stop, per il termine del riconteggio mancava solo Torino e provincia e la Bresso era in vantaggio su Cota di 9.000 voti: una situazione che aveva fatto salire la tensione, soprattutto negli ambienti della Lega. Ma, dopo la sentenza, il ministro leghista Calderoli, invia, dal Tg5, un consiglio “musicale” alla Bresso, scandendo che è bene, ora, che l’esponente Pd impari la canzone: bisogna saper perdere”. Interessante è notare come, anche nei governi locali, la destra si avvalga, per le sue questioni politiche e amministrative, di polizia e magistratura, anche se poi dice che quest’ultima è tutta colorata di rosso.

 
Carlo Di Stanislao

Una risposta a “Bastonate e riconteggi”

  1. TerryMoto ha detto:

    Quella dei pastori sardi è solo una faccia delle tante crisi che stanno soffocando l’Italia, un Paese che deve trovare un nuovo equilibrio. L’industria è ormai ridotta ad enormi capannoni vuoti; l’agricoltura è stata sempre considerata un’industria di serie B. Il terziario (anche quello ricco come banche e assicurazioni) deve fare i conti con la crisi economica e la concorrenza estera. In sostanza, soldi ne girano sempre di meno e i ricchi se la spassano investendo all’estero. E’ l’effetto della globalizzazione.
    Per l’Europa (e per l’Italia) saranno anni sempre più duri…

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