Immigrazione: irregolari in calo, sono 500-700 mila

Gli immigrati irregolari presenti in Italia sono 500-700 mila: è la stima della Caritas Italiana che oggi, insieme alla Fondazione Migrantes, ha presentato l’ultimo rapporto sull’immigrazione. Gli irregolari, ritengono i ricercatori, sono tendenzialmente in calo (lo scorso anno le stime ipotizzavano circa un milione) e ciò è dovuto agli effetti dell’ultima regolarizzazione (300 mila) oltre […]

Gli immigrati irregolari presenti in Italia sono 500-700 mila: è la stima della Caritas Italiana che oggi, insieme alla Fondazione Migrantes, ha presentato l’ultimo rapporto sull’immigrazione. Gli irregolari, ritengono i ricercatori, sono tendenzialmente in calo (lo scorso anno le stime ipotizzavano circa un milione) e ciò è dovuto agli effetti dell’ultima regolarizzazione (300 mila) oltre al fatto che la crisi economica ha attratto di meno gli immigrati. All’origine dell’illegalità non ci sono gli sbarchi ma l’entrata legale. Ossia arrivi per turismo, affari, visita e altri motivi che una volta scaduti diventa clandestinità. Il rapporto ribadisce che il “rigore”contro la clandestinità “va unito al rispetto del diritto d’asilo e della protezione umanitaria, di cui continuano ad avere bisogno persone in fuga da situazioni disperate e in pericolo di vita”. Rispetto ai “flussi imponenti, e non eliminabili, anche la punta massima di sbarchi raggiunta nel 2008 (quasi 37 mila persone) è ben poca cosa. Risulterà inefficace il controllo delle coste, come anche di quelle terrestri, se non si incentiveranno i percorsi regolari dell’immigrazione”. Ciò – prosegue il rapporto – “induce a pensare in maniera innovativa la flessibilità delle quote, le procedure d’incontro tra datore di lavoro e lavoratore”. Riferendo un dato di Eurostat secondo il quale con ‘immigrazione zero’ l’Italia in mezzo secolo perderebbe un sesto della sua popolazione, la Caritas sottolinea che “l’agenda politica è chiamata a riflettere sugli aspetti normativi più impegnativi, come quelli riguardanti la cittadinanza e le esigenze di partecipazione di questi nuovi cittadini, in particolare se nati in Italia”.

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