Nuovo terremoto in Pakistan, rapporti e richieste

Dopo quella che è stata definita “l’alluvione dimenticata”, un terremoto di magnitudo 4,2 ha interessato la regione nord-occidentale pachistana ed in particolare la città di Quetta, al confine con l’Afghanistan. Secondo Samaa Tv, la scossa, avvenuta ad una profondità di 26 km a 15 km ad est di Quetta, ha generato paura nella popolazione che […]

Dopo quella che è stata definita “l’alluvione dimenticata”, un terremoto di magnitudo 4,2 ha interessato la regione nord-occidentale pachistana ed in particolare la città di Quetta, al confine con l’Afghanistan. Secondo Samaa Tv, la scossa, avvenuta ad una profondità di 26 km a 15 km ad est di Quetta, ha generato paura nella popolazione che si e’ riversata nelle strade. Secondo un primo bilancio dell’emittente, vi sarebbero 13 feriti che sono stati ricoverati in ospedale. Lo scorso 28 ottobre, un sisma di magnitudo 5.7 della scala Richter, aveva colpito il distretto di Khyber-Pakhtunkhwa, nelle aree tribali del Pakistan nordoccidentale, provocando seri danni al tetto di una scuola nel villaggio di Shabqadar ed il ferimento di cinque studenti a causa del crollo della macerie. Oggi l’ONU e la Banca Mondiale, hanno diramato uno studio secondo il quale le conseguenze dei soli cambiamenti climatici avrebbero un impatto maggiore dei cicloni tropicali, provocando danni per un valore fra i 28 miliardi di dollari e i 68 miliardi di dollari l’anno. Solo negli ultimi 40 anni, sono morte 3,3 milioni di persone a causa dei disastri naturali, di cui un milione solo in Africa. Il numero di persone che abitano in grandi città, esposte a disastri come terremoti e uragani, potrebbe raddoppiare arrivando a quota 1,5 miliardi entro il 2050. Mentre i danni causati da calamità naturali nel mondo potrebbe triplicarsi, toccando i 185 miliardi di dollari l’anno entro la fine del secolo. Il rapporto propone anche misure di prevenzione, per fronteggiare fenomeni come terremoti, alluvioni e uragani. I governi possono, ad esempio, fare informazione su pericoli e rischi, oltre a incoraggiare investimenti in strutture sicure. Ridare priorità agli interventi pubblici di manutenzione, inclusa la riparazione delle strade e la pulizia delle fognature, è già una buona strategia preventiva. E rafforzare i servizi di previsione meteo costituisce un altro tassello importante per evitare tragedie. “Questo studio – ha detto Margareta Wahlstrom, rappresentante speciale Onu per la riduzione del rischio disastri – arriva quando diverse tragedie sono già avvenute, come quelle di Haiti, Pakistan, Cina, Vietnam e Indonesia. Speriamo che possa aiutare i governi a comprendere meglio il valore aggiunto delle politiche di prevenzione”. Tre giorni fa, i Verdi hanno scritto ai gruppi parlamentari di opposizione e Fli per una iniziativa parlamentare congiunta sulla finanziaria finalizzata a “salvare l’Italia dal dissesto idrogeoligico e dal declino, con un piano strategico che garantisce 145 mila posti lavoro” , contenuto in tre emendamenti da loro proposti trasmessi ai gruppo finiani e di opposizione. Da noi, dicono i Verdi, si potrebbe investire sulla su scuola, ricerca ed università facilitando la modernizzazione e l’innovazione del Paese che i tagli del ministro Gelmini condannano invece al declino. Si potrebbe anche investire sulla green economy che il governo sta penalizzando portando l’Italia al livello dei paesi dell’Unione europea più evoluti. La metà degli italiani vive in aree soggette a terremoti, dissesti idrogeologici, alluvioni e fenomeni vulcanici, secondo quanto emerge dal rapporto CINEAS (http://www.cineas.it/index.htm) pubblicato oggi. Dal rapporto si apprende che il 73% della popolazione ignora o conosce poco il problema e che le calamità naturali costano allo Stato italiano in media 3 miliardi e mezzo di euro l’anno: soltanto l’alluvione che ha colpito il Veneto ha provocato danni per almeno un miliardo di euro, mentre il terremoto in Abruzzo costerà più di 14 miliardi (se mai davvero saranno stanziati). “Il continuo ricorso a decreti di urgenza ogni volta che si verifica una situazione di calamità naturale risulta essere poco praticabile sia dal punto di vista economico che sociale” – ha spiegato Adolfo Bertani, presidente di CINEAS – “Una regolamentazione legislativa in materia può rappresentare una soluzione ad una problematica tutta italiana su un tema così importante”. Secondo CINEAS, le Assicurazioni, il Dipartimento della Protezione Civile e le Associazioni di Consumatori dovrebbero elaborare un progetto comune e condiviso, al fine di realizzare una “risk partnership” tra i soggetti per affrontare con maggiore efficienza, correttezza e trasparenza il problema del risarcimento dei danni in caso di catastrofe naturale, consentendo così allo Stato di destinare le risorse non solo alle emergenze, ma anche alla prevenzione. Ma da come vanno le cose (si veda la polemica recente circa i provvedimenti emanati dal commissario Chiodi non condivisi con nessuno), le cose non girano in questo senso. Lo scorso 13 novembre, visitando in Friuli i luoghi simbolo del terremoto del 1976, il nostro singolo si è detto “’ancora più preoccupato per la situazione della mia città, che si delinea come un fallimento. Ho scoperto ancora una volta che una delle cose fondamentali all’epoca fu quella di creare una macchina istituzionale che potesse funzionare, e che ha ricostruito il Friuli”. E mentre a Roma l’unica preoccupazione per il dopo terremoto, sembra essere la firma dei provvedimenti per il vice commissario Cicchetti e per i suoi poteri, Cialente anche oggi dichiara che: “non questo meccanismo non si sta andando da nessuna parte” e che. “si lavora senza un chiaro disegno di governance.” Nel corso della conferenza stampa di presentazione delle proposte avanzate dal Comitato attività produttive per lo sviluppo e l’occupazione nell’area del sisma, invitato, in casa del Commissario delegato per la Ricostruzione, Gianni Chiodi, dalla sigla sindacale Cgil, il primo cittadino de L’Aquila, lancia bordate secche e dirette, affermando: “Si e’ inceppato un meccanismo che si era rivelato vincente e anziché procedere grano dopo grano del rosario, si stanno facendo scelte che nulla hanno a che fare con le reali esigenze del territorio”. Intanto il Comitato per le attività produttive, stila un documento basato su tre richieste: una accelerazione dell’iter di istituzione della Zona franca urbana, incentivi fiscali sugli investimenti in macchinari e una serie di provvedimenti che vanno dalla rimodulazione del credito d’imposta al finanziamento dei contratti di programma. Sul fronte, poi, della salvaguardia del potere d’acquisto si torna a chiedere la proroga della detassazione e modalità di recupero dei pagamenti equiparate a quelle adottate nel sisma di Umbria e Marche e per il capitolo occupazione si chiede la proroga degli ammortizzatori sociali in deroga e incentivi per nuove assunzioni. Nell’antichità il significato dei sogni di terremoto era sempre sfavorevole al sognatore e preannunciava disgrazie, malattie o, nella visione di Artemidoro,un cambiamento della situazione. Speriamo che, nel nostro caso, il terremoto sia, dopo una lunga, interminabile scia, di lutti e privazioni, l’inizio di un autentico cambiamento.

Carlo Di Stanislao

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