Più spietato di un lupo

Sarebbe un pensionato incensurato di 69 anni il serial killer autore di ben otto omici a Cassabile, in provincia di Siracusa. Per attirare le vittime, sparava contro le loro auto o le dava fuoco con un copertone. Infine, la fuga: per lasciare il luogo del delitto si dileguava a piedi, di notte, tre le campagne […]

Sarebbe un pensionato incensurato di 69 anni il serial killer autore di ben otto omici a Cassabile, in provincia di Siracusa. Per attirare le vittime, sparava contro le loro auto o le dava fuoco con un copertone. Infine, la fuga: per lasciare il luogo del delitto si dileguava a piedi, di notte, tre le campagne che conosceva benissimo. L’unico delitto in cui non c’e’ il movente del denaro e’ quello di Giuseppe Spada, ammazzato il 18 agosto del 2004 allo svincolo autostradale di Cassibile dove la vittima aveva un bancone per la vendita di frutta e verdura. Spada era un personaggio legato alla criminalita’ organizzata, ma dalle indagini condotte dai carabinieri, era legato da un’antica amicizia con Aurora Franzone, un’altra delle vittime del pensionato. La donna subi’ due avvertimenti nel 2004 culminati con l’incendio della sua macchina e il danneggiamento, a colpi di fucile, del condizionatore d’aria sistemato all’esterno della sua abitazione. Non sapendo chi potesse avercela con lei, si era rivolto a Giuseppe Spada che svolse proprie indagini per risalire all’autore dell’intimidazione. Al suo amico, Aurora Franzoni spiego’ di aver avuto un litigio proprio con Raeli che, a suo parere, le avrebbe fatto pagare troppo la legna per il camino che gli aveva commissionato. E cosi’ le due ultime consegne non gliele avrebbe saldate, spiegandone i motivi al sessantanovenne. Si chiama Giuseppe Raeli, sposato e padre di due figli, arrestato e portato nel massimo riserbo la caserma del comando provinciale dei carabinieri di Siracusa, per essere condotto nel carcere siracusano di contrada Cavadonna dove è stato rinchiuso in isolamento. Le accuse a suo carico sono di omicidio, tentato omicidio, porto e detenzione di arma in relazione ai diversi episodi che gli vengono contestati. La svolta nell’indagine della Procura della Repubblica di Siracusa che ha portato all’arresto del presunto “mostro di Cassibile” arriva nei primi mesi dello scorso anno, quando il 15 marzo scatta l’agguato a Giuseppe Leone, un imprenditore agricolo ferito in modo non grave in un agguato tesogli mentre stava uscendo, di sera, dal suo podere nelle campagne di Cassibile. Le modalità operative fanno ritenere agli investigatori che possa trattarsi del “mostro”, che tuttavia non era più entrato in azione da cinque anni (dall’omicidio Spada). Da quell’agguato viene avviato un certosino lavoro investigativo che ripercorre a ritroso, caso dopo caso, i fatti di sangue attribuiti al “mostro” e rimasti sino a quel momento insoluti. L’uomo che ha seminato terrore e morte fra il 1998 ed il 2009, nel sobborgo a dieci chilometri dal capoluogo, secondo il procuratore della Repubblica di Siracusa, Ugo Rossi, uccideva anche per 200 euro ed ero letteralmente ossessionato dal denaro. Un personaggio, quello descritto dai magistrati, che sembra uscito fuori da un romanzo di Giovanni Verga: avaro, anzi avarissimo, con quelli che riteneva fossero i suoi creditori. “Il serial killer – ha aggiunto Rossi, voleva farsi giustizia da sé per chi non lo pagava dopo aver effettuato qualche lavoretto”. Nel corso di una delle tante perquisizioni in casa del presunto serial killer i carabinieri hanno trovato una cassaforte artigianale. All’interno c’erano ventimila euro in contante con sopra una pistola con il colpo in canna. Come a voler dire, “chi li tocca muore”. A Cassibile lo chiamavano “Pippo ‘u Lupu” e per tanti anni aveva lavorato come manovratore di pale meccaniche e, sebbene pensionato, ora si dedicava a lavori meno faticosi. Conosceva alla perfezione tutte le campagne che circondano Cassibile e altrettante vie di fuga. Infatti, sulle sue presunte “missioni di morte”, non c’è alcun testimone. Inoltre non si confidava con nessuno, un particolare emerso dall’esito negativo delle intercettazioni ambientali. “Non parlava neppure con la moglie, era muto come un pesce”, hanno raccontato gli 007 dei carabinieri. Sono in corso, anche da parte dei tecnici Ris di Messina, le perquisizioni sia nell’abitazione del pensionato arrestato sia in alcuni fondi nella sua disponibilità che si trovano in prossimità della sua abitazione. Operazioni che si protrarranno ancora a lungo. Durante l’arresto era presente, anche l’avvocato difensore di Reali Giambattista Rizza che afferma: “Il mio assistito è una brava persona. Non conosco il contenuto dell’ordinanza di custodia cautelare, so soltanto che era stato indagato un anno e mezzo fa per il ferimento di un uomo. Dico soltanto che dieci anni fa controllarono i suoi fucili da caccia, ma non scaturì alcun indizio di colpevolezza”. Tuttavia, Il pm Antonio Nicastro, che ha seguito le indagini sul mostro di Cassibile sin dal 1997 non ha dubbi: è lui il serial killer. Su questa belva umana che braccava ed uccideva per soldi potranno ora decine di trasmissioni vespa e gli emuli di Rete 4 e Canale 5 e continuare ad incassare prebente i soliti psicologi e giornalisti esperti di tali simili sciagure.

Carlo Di Stanislao

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