UIL Abruzzo, su 54 crisi 51% posti già persi

La Uil Abruzzo ha monitorato 54 crisi, in aziende che occupano complessivamente 9.449 lavoratori. Secondo dati in possesso del sindacato ben 4.834 posti, più del 51%, sono a rischio o già perduti. A questi dati vanno aggiunti quelli dell’edilizia, che solo a Pescara vedono circa 1.200 posti a rischio tra Cassa Edile ed Edilcassa. Le crisi, […]

La Uil Abruzzo ha monitorato 54 crisi, in aziende che occupano complessivamente 9.449 lavoratori. Secondo dati in possesso del sindacato ben 4.834 posti, più del 51%, sono a rischio o già perduti. A questi dati vanno aggiunti quelli dell’edilizia, che solo a Pescara vedono circa 1.200 posti a rischio tra Cassa Edile ed Edilcassa. Le crisi, dice la Uil, appartengono ad almeno tre tipologie diverse: a)- Gli strascichi delle vecchie crisi di deindustrializzazione, in diversi casi frutto di scelte sbagliate di politica industriale nazionale, che hanno colpito L’Aquila, la Valle Peligna, la Val Pescara; b)- Le crisi da delocalizzazione e globalizzazione, che hanno colpito soprattutto il tessile-abbigliamento e Teramo, già diversi anni prima dell’attuale crisi); c)- Le crisi derivate dal crollo della domanda, conseguenza della crisi mondiale in corso, prima finanziaria e poi generale: ha colpito soprattutto alcuni settori, come l’auto, ma ha anche aggravato molte crisi pre-esistenti. “Da qualche mese – afferma la Uil Abruzzo -, registriamo i primi segnali positivi di ripresa, soprattutto in parte della grande industria esportatrice (vedi Sevel). Ciò non ci deve però indurre a superficiali ottimismi perché ancora non torniamo ai livelli pre-crisi, né possiamo dimenticare che dal 2000 convivono in Abruzzo ottime prestazioni della grande impresa esportatrice e una situazione economica complessiva di stagnazione, quando non di recessione. In Abruzzo si è, inoltre, ridotto il tasso di occupazione e di attività. La dimensione acuta del problema occupazionale dell’Abruzzo è, dunque, almeno tra i 45.000 e i 50.000 posti di lavoro, tra mancanti, perduti e a rischio. Il sindacato chiede “l’istituzione di un Tavolo Regionale Anti-Crisi, congiunto tra gli Assessorati alle Attività Produttive e al Lavoro, per porre fine al mancato governo delle crisi industriali e tenere insieme ammortizzatori sociali, Formazione, politiche attive del lavoro e politica industriale. Bisogna distinguere i singoli casi di crisi e approntare interventi adeguati. Ci sono crisi che possono essere affrontate a livello regionale e altre che richiedono la riapertura di un livello di confronto con il Governo”

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