Vespa, famiglie prolife, incita Regioni ad intervenire e non lasciarle sole

 Amore. Fiducia. Speranza tenace “nel miracolo”, ma anche nel progresso della scienza. E un appello corale, a non essere lasciati soli. Sono le storie ‘prolife’ che sono andate in onda ieri sera a Porta a Porta, dopo le polemiche sollevate dal programma di Fazio e Saviano, Vieni via con me, in cui sono stati ospitati […]

 Amore. Fiducia. Speranza tenace “nel miracolo”, ma anche nel progresso della scienza. E un appello corale, a non essere lasciati soli. Sono le storie ‘prolife’ che sono andate in onda ieri sera a Porta a Porta, dopo le polemiche sollevate dal programma di Fazio e Saviano, Vieni via con me, in cui sono stati ospitati Peppino Englaro e Mina Welby. Nel salotto di Bruno Vespa si sono alternate famiglie alle prese con malattie genetiche o degenerative, come la Sla, e le storie di tanti ragazzi ‘normali’, che molto spesso dopo gravi incidenti stradali hanno affrontato, con fortune alterne, la tragica esperienza del coma e la mannaia della diagnosi: ‘stato vegetativo’. C’éra Massimiliano, risvegliato dopo 10 anni di coma, che ora, dopo altri dieci anni, come raccontano i genitori, “ha detto le sue prime parole, sta in piedi”. E ha mandato al conduttore un biglietto scritto da lui: “La mia vita è cambiata. Ora sono felice, grazie all’amore dei miei genitori e dei miei amici”. Ma c’erano anche Emanuela, un incidente nel ’92, con i genitori ”sconfortati perché nessuno li aiuta”, o Cristina, investita a 15 anni, nel 1981, da 29 anni in stato vegetativo, e la preoccupazione del padre, 76 anni, “cosa accadrà quando non ci sarà più ?”. Tutti ripetono la stessa cosa, le scelte degli altri vanno rispettate, ma come si fa a staccare la spina? Ci vuole più coraggio a tenere in vita un figlio, è il messaggio che ripetono tutti i genitori. Che chiedono però anche aiuto, sostegno economico per poter curare i propri figli a casa, e per essere sicuri che ci si prenderà cura di loro anche quando la rete familiare non ci sarà più. “Quelli che sono pro vita – chiede il papà di Cristina – si decidano a fare qualcosa, non solo chiacchiere. Vorrei la sicurezza che quando non ci sarò più sarà trattata bene”, oppure “che almeno il suo corpo possa essere d’aiuto per altri”. E un appello arriva anche da Vespa ai governatori di Puglia e Calabria, da dove arrivano le testimonianze di maggiore difficoltà e poco sostegno da parte delle istituzioni: “Per la dignità delle vostre Regioni, intervenite. Ci vuole poco, e questi malati costano meno curati a casa che a occupare un letto di ospedale”

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