“L’occhio de L’Aquila”

Per inaugurare la propria programmazione culturale dedicata al linguaggio fotografico, Laboratori Visivi presenta il suo primo evento, “L’occhio de L’Aquila”, che si svolgerà il 12 dicembre alle ore 18 presso s.t. foto libreria galleria, in Via degli Ombrellari 25 a Roma. L’incontro, patrocinato dall’Assessorato alla Cultura de L’Aquila, vedrà come protagonisti i tre fotografi aquilani […]

Per inaugurare la propria programmazione culturale dedicata al linguaggio fotografico, Laboratori Visivi presenta il suo primo evento, “L’occhio de L’Aquila”, che si svolgerà il 12 dicembre alle ore 18 presso s.t. foto libreria galleria, in Via degli Ombrellari 25 a Roma.
L’incontro, patrocinato dall’Assessorato alla Cultura de L’Aquila, vedrà come protagonisti i tre fotografi aquilani Antonio Di Cecco, Danilo Balducci e Marco D’Antonio ed è stato realizzato in collaborazione con s.t. foto libreria galleria che lo scorso ottobre ha curato e ospitato la mostra di Antonio Di Cecco “Junkspace. Uno sguardo sul territorio aquilano” riguardante il piano “c.a.s.e.”, presentata al Festival Internazionale di Fotografia di Roma.
L’evento mira a stimolare, a più di un anno di distanza dal sisma che colpì la città de L’Aquila, una riflessione sulla capacità dello strumento fotografico non solo di documentare storicamente e socialmente gli eventi, ma anche di ”valutarli” attraverso lo sguardo personale e partecipativo del fotografo.
I tre fotografi saranno al centro di un dibattito, moderato dal giornalista di Repubblica Tv, Francesco Fasiolo, che fornirà le informazioni necessarie alla comprensione dello scenario nel quale le immagini sono state realizzate e del ruolo del fotografo in quanto testimone degli eventi, ma soprattutto in quanto professionista che osserva e “partecipa” alla realtà in cui vive.
I fotografi de “L’occhio de L’Aquila” offriranno al pubblico la possibilità di conoscere un territorio e la sua storia attraverso una testimonianza “privilegiata”, che non si esaurisce nell’immediata riconoscibilità del contenuto delle loro immagini, ma implica una visione del mondo e un’esperienza di vita diversa da tutti coloro che L’Aquila l’hanno vissuta solo al momento della catastrofe. L’Aquila per i tre fotografi non è infatti solo parte del proprio presente, ma anche del proprio passato e del proprio futuro, poiché essi appartengono a quel territorio quanto quel territorio appartiene alle loro vite.

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