L’Uovo non si ferma nel creare comunicazione e speranza

Nonostante le infinite difficoltà del dopo sisma, la Compagnia Teatrale l’Uovo non si è fermata un solo istante e  Giovedì prossimo, alle 18.30, all’Aula Magna dell’Istituto Tecnico Industriale, in  via Acquasanta, presenterà lo spettacolo   “Morti a perdere”:  libera e lirica riflessione sulle morti da  infortunio sul lavoro, è presentato lo scorso settembre al “Festival […]

Nonostante le infinite difficoltà del dopo sisma, la Compagnia Teatrale l’Uovo non si è fermata un solo istante e  Giovedì prossimo, alle 18.30, all’Aula Magna dell’Istituto Tecnico Industriale, in  via Acquasanta, presenterà lo spettacolo   “Morti a perdere”:  libera e lirica riflessione sulle morti da  infortunio sul lavoro, è presentato lo scorso settembre al “Festival nazionale della sicurezza sul lavoro” di Pergine Valsugana. “Morti a perdere” è un lavoro che – utilizzando la tecnica del teatro di narrazione integrata con la danza, la musica dal vivo e una serie di contributi video che interagiscono con attori, danzatori e musicisti – racconta, in termini drammatici, di una delle tragedie più quotidiane e più straordinarie della nostra epoca: le morti bianche. Gli attori a dar voce, cuore e corpo a passi di storie vere, frammenti di vite vissute intrise di ordinaria fatica, schegge di intrepide denunce. La danza a sottolineare ulteriormente le emozioni. I video ad ampliare lo sguardo. Intorno, dentro, a tutto, la musica a stringere attori e spettatori in un unico, struggente abbraccio. Perché il teatro non permette a nessuno di fare lo struzzo. Scritto e diretta ma Maria Cristina Giambruno, lo spettacolo   si basa essenzialmente sui testi concorrenti il Premio Letterario dedicato alle morti bianche, edizione 2009. A partire da essi, l’autrice ha scelto un percorso emozionale in grado di coinvolgere ogni pubblico sul tema della sicurezza sul lavoro, dei rischi e delle tragiche conseguenze in cui si incorre quando non si rispettano le norme che le regolano. E per questo, in scena gli attori non sono i personaggi delle storie ma le storie stesse;  storie che si esprimono attraverso la carne e l’anima di chi le interpreta. La ideazione del progetto produttivo e della scenografia è di Antonio Massena, Maria Cristina Giambruno ha curato la drammaturgia e la regia dello spettacolo giovandosi della collaborazione di una validissima équipe artistica e tecnica, prima fra tutti la coreografa Francesca La Cava. In scena gli attori Barbara Esposito e Fabrizio Croci assieme alle danzatrici Stefania Bucci e Annalisa Celentano; i costumi sono di Chiara Defant, le musiche di Raffaello Angelini e le contaminazioni video di Enzo Testa e Marianna Verì; a coordinare tutti gli elementi c’è il responsabile di produzione nonché direttore di palco Alessandro Sevi. E, fra appena una settimana, il 16 e il 17 dicembre, nella chiesa “senza tetto” di S. Maria Paganica, sempre l’Uovo rappresenterà “Glass – trasparenze opalescenti”, presentato in prima assulouta in luglio a Trento delle 4 componenti basilari di ogni ecosistema, ovvero aria, acqua, terra e fuoco, come parte integrante della natura stessa del vetro. E, anche in questo caso, l’ideazione del progetto produttivo, della scenografia e delle installazioni è di Antonio Massena, mentre Maria Cristina Giambruno ha curato la drammaturgia e la regia dello spettacolo giovandosi della collaborazione di una validissima équipe artistica e tecnica; in scena gli attori Barbara Esposito, Michele Comite e Alessandra Pavoni, le danzatrici Stefania Bucci e Irene Russolillo, l’acrobata Elena Bidoia. Il percorso drammaturgico e spaziale dello spettacolo immetterà e guiderà lo spettatore in una rarefatta e trasparente atmosfera nella quale il gioco degli attori, dei danzatori e degli acrobati, la suggestione delle musiche, l’incanto delle luci, avvolgerà tutti in un mondo di indefinita e trasparente irrealtà. Il tutto fra le pietre di S. Maria Paganica, luogo simbolo di questo nostro difficile momento. Così, nonostante il crollo di S. Filippo e le difficoltà della mancata nuova sede, l’Uovo continua ad esistere e sussistere, ad essere un gruppo che emana entusiasmo ma anche malinconia, gioia e tristezza – (perché un teatro in “esilio” non è un bel vivere) –  vestendo di colore e calore Shakespeare e Pasolini, Prevert e Pavese. l teatro, oltre ad essere espressione, è scuola di comunicazione. Nel teatro la comunicazione avviene olisticamente. Corpo, gestualità, posa, movimento, sentimenti, emozione e voce sono tutti considerati strumenti di supporto di un unico, grande processo comunicativo. Nel “fare teatro” vengono vissute l’empatia, la consapevolezza di sé e dell’altro, la flessibilità di ruolo, i conflitti e le loro risoluzioni. E’ questo che l’Uovo ha fatto e continua a fare, anche nel disastro e nel deserto del dopo-terremoto.

Carlo Di Stanislao

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