Ok Ue a Don Ciotti, norme per confischie entro il 2010

Inutile chiudere gli occhi: la mafia, i suoi investimenti e le sue infiltrazioni sono ovunque in Europa, di certo non solo nel Mezzogiorno o nel nord Italia. Ci sono voluti Roberto Saviano e don Luigi Ciotti per dirlo al Parlamento europeo, dove tra ieri e oggi la lotta alla criminalità organizzata ha tenuto banco. La […]

Foto: Manuel Romano

Foto: Manuel Romano

Inutile chiudere gli occhi: la mafia, i suoi investimenti e le sue infiltrazioni sono ovunque in Europa, di certo non solo nel Mezzogiorno o nel nord Italia. Ci sono voluti Roberto Saviano e don Luigi Ciotti per dirlo al Parlamento europeo, dove tra ieri e oggi la lotta alla criminalità organizzata ha tenuto banco. La Ue ha ascoltato senza scandalizzarsi, anzi: la commissaria alla Giustizia ha promesso che entro il prossimo anno Bruxelles varerà la direttiva per coordinare a livello europeo i provvedimenti di confisca dei beni di provenienza criminale. Beni che ammontano a centinaia di miliardi di euro. Cento all’anno solo in Italia, secondo Saviano che ha raccontato come qualche anno fa la ‘ndrangheta abbia ”comprato un intero quartiere di Bruxelles”. Aggiungendo un dettaglio: “La crisi ha portato necessità di liquidità per gli istituti di credito e per tutto il mercato. Le organizzazioni criminali hanno enormi quantità di denaro liquido. Così stanno entrando sempre di più attraverso la prota dell’est europeo”. Il concetto che la mafia sia un fenomeno continentale lo ha ribadito Don Ciotti. “I mafiosi investono ovunque e cercano di infiltrarsi nel sistema ovunque” ha detto il fondatore dell’associazione antimafia ‘Libera’, che ha organizzato due giorni di conferenze e workshop nell’emiciclo di Bruxelles per sostenere la necessità di avere una direttiva europea per la confisca dei beni criminali ed il loro riutilizzo sociale. La commissaria alla Giustizia, Cecilia Malmstrom, ha risposto promettendo con un videomessaggio che “entro il 2011” tale proposta sarà avviata, aggiungendo che la Commissione di Bruxelles si attiverà per avviare “un pacchetto di strumenti” per la lotta alla corruzione, definita “un crimine che fa vittime: mina la democrazia e dissangua l’economia”. Alla conferenza organizzata da Flare, emanazione internazionale di ‘Libera’, hanno dato il sostegno cinque dei sette gruppi politici dell’europarlamento (Ppe, S&D, Alde, Gue e Verdi), fuori sono rimasti i conservatori dell’Ecr e gli euroscettici dell’ Efd che raggruppa la Lega e gli indipendentisti britannici dell’Ukip. Molti degli interventi hanno messo sotto accusa la globalizzazione finanziaria, intesa come strumento della criminalità organizzata, ed i “paradisi fiscali, cuore finanziario del riciclaggio”. “L’ 80% degli hedge fund – ha osservato l’economista Antonio Tricarico – hanno sede nei paradisi fiscali, attraverso i quali passa il 60% dei flussi generati dal commercio globale”. La ricetta per uscire dall’accerchiamento della criminalità organizzata è in quattro punti: tornare ad un controllo del movimento dei capitali, tassare le rendite finanziarie, aumentare la trasparenza nell’utilizzo di fondi pubblici, combattere i paradisi fiscali e insistere sulla confisca dei beni criminali.

Marco Galdi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *