Liberata per fiction

Secondo notizie di ieri Sakineh Moahmmadi-Ashtani, la 43enne iraniana condannata a morte per lapidazione, sarebbe stata liberata, ma oggi si parla di una finzione televisiva, realizzata da un team di operatori di Press TV, il canale televisivo iraniano di Stato in lingua inglese , che d’intesa con la magistratura, hanno ripreso Ashtiani nella sua abitazione, […]

Secondo notizie di ieri Sakineh Moahmmadi-Ashtani, la 43enne iraniana condannata a morte per lapidazione, sarebbe stata liberata, ma oggi si parla di una finzione televisiva, realizzata da un team di operatori di Press TV, il canale televisivo iraniano di Stato in lingua inglese , che d’intesa con la magistratura, hanno ripreso Ashtiani nella sua abitazione, con l’obiettivo di descrivere i dettali dell’omicidio sulla scena del crimine. La ricostruzione sarà trasmessa durante il programma “Iran Today”, in onda alle 21.35 di oggi (ora italiana) e poi ritrasmessa sabato per tre volte. L’obiettivo dichiarato è quello di “far luce” sulla vicenda, con una serie di interviste a Sakineh (accusata tra l’altro di complicità nell’omicidio del marito), al figlio Sajjad Qaderzadeh e all’avvocato Javid Hutan Kian. Anche questi ultimi due si trovano agli arresti dal 10 ottobre per aver rilasciato un’intervista a due giornalisti tedeschi, finiti anche loro in manette con l’accusa di spionaggio. La donna è stata già condotta per due volte di fronte alle telecamere della tv di stato per confessare i suoi reati. Nella notte il Comitato internazionale contro la lapidazione ha precisato di “essere stato informato mercoledi”‘ della possibile “liberazione imminente” di Sakineh, sottolineando come le immagini pubblicate ieri “dessero l’impressione” che la donna fosse stata effettivamente rilasciata insieme al figlio, Sajjad Qaderzadeh. “Ma l’annuncio della loro liberazione non è stato confermato dalla Repubblica iraniana”, sottolinea il Comitato, ricordando come sin “dall’inizio della vicenda” di Sakineh “informazioni contraddittorie siano circolate sulle agenzie di stampa iraniane”. Ricordiamo che, sebbene La sentenza di morte per lapidazione di Sakineh sia stata sospesa, la donna rischia ancora la pena capitale per impiccagione per complicità nell’omicidio del marito. Sakineh Mohammadi Ashtiani, madre di due figli, è stata condannata nel maggio 2006 per aver avuto una “relazione illecita” con due uomini ed è stata sottoposta a 99 frustate, come disposto dalla sentenza. Successivamente è stata condannata a morte per “adulterio durante il matrimonio” e per complicità nell’omicidio del marito. Nel 2007, però, una corte d’appello iraniana aveva commutato la pena all’impiccagione per complicità nell’omicidio del marito in dieci anni di reclusione, confermando invece la lapidazione per il reato di adulterio. La donna è rinchiusa dal 2006 nel braccio della morte della prigione di Tabriz, nella zona nord-occidentale dell’Iran. Diversi Paesi, tra cui anche Stati Uniti e Brasile, avevano offerto asilo alla donna per tentare di salvarle la vita; offerta respinta dall’Iran, secondo cui gli altri Paesi “non hanno gli elementi per giudicare la vicenda”.

Carlo Di Stanislao

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