Cialente, perché nessuno chiede chi lasciò L’Aquila in zona sismica 2

Il sindaco dell’ Aquila, Massimo Cialente, conferma in parte le dichiarazioni fatte ieri dall’ associazione famigliari vittime del terremoto ma precisa: nel verbale della riunione del 31 marzo 2009 della Commissione Grandi Rischi, “che solo due giorni fa ho letto, Boschi dice testualmente che L’ Aquila è una zona ad alto rischio dove o prima […]

Il sindaco dell’ Aquila, Massimo Cialente, conferma in parte le dichiarazioni fatte ieri dall’ associazione famigliari vittime del terremoto ma precisa: nel verbale della riunione del 31 marzo 2009 della Commissione Grandi Rischi, “che solo due giorni fa ho letto, Boschi dice testualmente che L’ Aquila è una zona ad alto rischio dove o prima o dopo il terremoto arriva”. “Che L’ Aquila fosse ad alto rischio sismico si sapeva – prosegue – non stava a me chiudere definitivamente una città, ma chiedere lo stato di emergenza, chiudere tutte le scuole e far capire ai cittadini che il Comune stava cominciando a fare tutto quello che doveva fare”. Cialente ha poi ricordato che nel verbale è riportata l’affermazione di Boschi sulla classificazione della città in zona sismica 2. “Ho il sospetto che ci sia una certa strumentalità – spiega ancora – in quanto nessuno si interroga mai del perché e da chi L’Aquila fu lasciata in categoria 2 qualche anno fa. Se fosse dipeso da me, come si è verificato per il fiume Aterno, l’avrei portata in zona 1. Ecco perché penso a qualcuno che stia strumentalizzando”. “Per quanto riguarda il piano di Protezione civile – aggiunge – chiederò che venga nuovamente verificato se si trattava di un piano vuoto o falso. Comunque, che il capro espiatorio alla fine di tutta la vicenda sia il sindaco che aveva solo 13 vigili del fuoco quella notte nonostante avesse chiesto al Governo e alla Regione lo stato di emergenza è una cosa che mi fa sentire addirittura beffato – conclude -: è l’ennesimo sfregio che mi prendo in questi mesi”. Ieri l’associazione famigliari delle vittime aveva chiesto le dimissioni da ogni incarico pubblico ricoperto prima del terremoto del 6 aprile 2009 sia dei componenti della commissione sia dei presidenti di Regione, Provincia e del sindaco dell’ Aquila, Massimo Cialente. A quest’ultimo in particolare si contestava di avere riferito solo di recente un’ affermazione del presidente dell’Ingv Enzo Boschi, fatta nella riunione della Commissione, che se detta subito e recepita “avrebbe potuto salvare vite umane”. Un filone d’inchiesta della Procura dell’Aquila, con sette indagati, riguarda proprio la riunione della commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009, cinque giorni prima del sisma del 6 aprile.

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