Governo: insieme contro crisi, esordio degli scontenti d’Italia

Un fiume di sigle, di slogan, di storie: ‘Uniti contro la crisi’ esordisce oggi, scendendo in piazza a Roma, per manifestare contro il governo. E raccoglie ‘gli scontenti’ d’Italia. Pronti a manifestare e a cambiare il paese, determinati ma distanti dai black bloc che hanno messo a ferro e fuoco Roma. Innanzitutto i lavoratori della […]

Un fiume di sigle, di slogan, di storie: ‘Uniti contro la crisi’ esordisce oggi, scendendo in piazza a Roma, per manifestare contro il governo. E raccoglie ‘gli scontenti’ d’Italia. Pronti a manifestare e a cambiare il paese, determinati ma distanti dai black bloc che hanno messo a ferro e fuoco Roma. Innanzitutto i lavoratori della Fiom, l’ala dura del sindacato, contro il ‘Paese di Marchionne’. E gli studenti, ‘Gelmini, come te nessuno mai’. Poi immigrati, quelli rimasti 17 giorni sulla gru di Brescia; comitati antidiscarica di Terzigno e di Chiaiano, che attaccano la sede della Protezione civile “armati” di sacchettì; aquilani, quelli ancora senza un tetto dopo il terremoto; i precari della ricerca e della docenza; centri sociali; ‘Action’; comitati “per la pubblicità dell’acqua”. Vecchie e nuove proteste: spuntano anche ‘Le brigate Monicelli, per la liberazione’, per uno scatto d’orgoglio della cultura italiana. “Liberiamo l’Italia dal ‘pensiero unico’, seguendo il Maestro – dicono in omaggio al regista scomparso due settimane fa – che avrebbe voluto spazzare via questa classe dirigente”. E fanno capolino pure i ‘disobbedienti’ d’un tempo: “cresciuti”, Luca Casarini e Francesco Caruso. Il raduno, in mattinata, è al Colosseo; l’obiettivo Piazza del Popolo: bolle di sapone e petardi, scatti in avanti, e fughe all’indietro, fino agli scontri che mandano in frantumi quell’intenzione di “manifestare pacificamente”, annunciata quando fu lanciato il movimento. “Questo governo deve chiarire la sua idea di giustizia. Sono ignoranti – dice Jimmi, 25 anni, egiziano – perciò sono stato sulla gru, a Brescia, per 17 giorni. Sono stato condannato per clandestinità, e il nuovo pacchetto sicurezza del marzo scorso prevede che io non possa più ottenere un permesso di soggiorno. Questo governo mette la benzina sul fuoco”. Irina, ucraina, 25 anni, ha portato la figlia, 3 mesi e mezzo. La allatta camminando: “Qui non ho diritti. Il mio datore di lavoro non mi dà i contributi, non posso avere la maternità, non ho casa, sono praticamente in mezzo alla strada. E per avere il permesso di soggiorno devo aspettare 5 mesi”. Luca Pucci, 40 anni, dell’Aquila, racconta cosa ha perso nel terremoto: “Tutto”. “Mia moglie e io ci siamo separati, dopo 10 anni di matrimonio. Troppo stress, in quei sei mesi in un hotel di Pescara. Ora non ho più una casa: vivo in roulotte da 6 mesi. Non ho diritto al ‘progetto casa’, mi hanno sbattuto fuori dope due mesi, in pochi giorni. Non è tutelato chi è single o senza figli”. Racconta di una collettività precipitata nello sconforto: “Molti miei amici hanno divorziato come me. E tanti aquilani sono finiti sotto psicofarmaci. Come si può dire che il post-terremoto sia stato bene gestito?”. A pochi metri, i campani che, come promesso, ha portato a Roma pure la ‘monnezza’. Sullo striscione Superman ha il volto del premier. Deve cambiare supereroe: “Dopo 15 anni puoi diventare ‘l’uomo invisibilé”. “Si è spacciato per un santo, ma Napoli è sepolta dai rifiuti – dice Palma Fioretti, 50 anni, col suo sacchetto portato da Chiaiano – Se ho votato per lui? Ma come si permette! Devono andare a casa”. Ci sono anche dei giovanissimi: Michele e Mattia, 14 anni. “Riuscirò mai a diventare cuoco in questo Paese? – dice Michele – Sono iscritto all’istituto alberghiero. Il taglio dei fondi ha ridotto drasticamente il laboratorio: due ore a settimana, i miei insegnanti ne facevano 16. Come imparo a cucinare così? Ci levano anche gli strumenti”. Un esempio? “Invece di quattro sacchi di patate, ne arriva uno. Invece di preparare un pasto completo, ci fermiamo al primo”.

 Rosanna Pugliese

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