Terremoto e reclusione in Iran

E’ di almeno 7 morti e centinaia di feriti il bilancio provvisorio del sisma di magnitudo 6,5 che ieri sera ha colpito la regione iraniana sud orientale di Kernan.  Lo ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale Iran. Il terremoto si è verificato alle 22,12 (le 19,42 in Italia) nella provincia dove si trova la città […]

E’ di almeno 7 morti e centinaia di feriti il bilancio provvisorio del sisma di magnitudo 6,5 che ieri sera ha colpito la regione iraniana sud orientale di Kernan.  Lo ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale Iran. Il terremoto si è verificato alle 22,12 (le 19,42 in Italia) nella provincia dove si trova la città di Bam, distrutta nel 2003 da un devastante terremoto che causò la morte di circa 31 mila persone. L’epicentro del sisma è stato localizzato a una profondità di poco inferiore a 12 chilometri, a un centinaio di chilometri di distanza da Bam. I villaggi interessati dal sisma – seguito da decine di repliche, la più forte delle quali di 5 gradi Richter – sarebbero una trentina, secondo le informazioni diffuse dai media locali e non sarebbero densamente popolati. A Zahedan, la città più importante nei dintorni, molte persone si sono in riversate in strada per il timore di restare sotto le macerie delle proprie abitazioni. Secondo Radio Vaticano, il bilancio potrebbe aggravarsi nelle prossime ore. Intanto, ha suscitato scalpore a livello internazionale la condanna a 6 anni di reclusione del regista iraniano Panhai. Il regista, famoso in Europa per i suoi film dedicati alla situazione delle donne iraniane nel paese e alla contestazione politica contro Ahmadinejad, è stato arrestato lo scorso marzo ed è rimasto in carcere per 88 giorni, facendo lo sciopero della fame, impossibilitato così a partecipare al Festival di Cannes, dove era atteso come giurato. Una volta scarcerato, gli è stato impedito di prender parte anche al Festival di Venezia a settembre e ora arriva la condanna che prevbede che il regista non lasci il Paese tranne che per casi eccezionali, come il pellegrinaggio alla Mecca o per motivi di salute, ma anche in queste situazioni sarà costretto a versare una cauzione che verrà decisa quando e se si presenterà una tale circostanza. A questo naturalmente bisogna aggiungere gli anni di galera e i 20 anni di interdizioni dal mondo cinematografico, sia come regista, che come sceneggiatore o intervistato da stampa locale o estera. Il suo avvocato, Farideh Gheirat, ha naturalmente dichiarato che farà ricorso in appello per evitare che la sentenza stronchi, letteralmente, la vita e la carriera del regista. Secondo un comunicato diffuso in Italia il mese scorso, Panahi è stato processato in Iran con l’accusa di aver girato film senza permesso e di aver incitato proteste dell’opposizione dopo il voto del 2009, che ha provocato mesi di confusione politica. Sia nel lettera del 14 maggio ai partecipanti al Festival di Cannes, scritta dal cacecere di Teheran che nel messaggio rivolto ai giudici, diffuso in occasione dell’evento “Giornate degli Autori – Venice Days” del festival di Venezia, il regista si è sempre dichiarato vittima d ingiustizie da parte del regime.

Carlo Di Stanislao

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