Federalismo fiscale: arriva l’IMU. Stangata per i Comuni

Rischio stangata per i Comuni con il nuovo fisco previsto dal federalismo fiscale. Secondo uno studio del Pd, messo a punto dal senatore Marco Stradiotto sulla base dei dati della Copaff, la perdita di risorse per i servizi essenziali per i capoluoghi di provincia nel passaggio dai trasferimenti all’autonomia impositiva prevista dalla riforma è pari […]

Rischio stangata per i Comuni con il nuovo fisco previsto dal federalismo fiscale. Secondo uno studio del Pd, messo a punto dal senatore Marco Stradiotto sulla base dei dati della Copaff, la perdita di risorse per i servizi essenziali per i capoluoghi di provincia nel passaggio dai trasferimenti all’autonomia impositiva prevista dalla riforma è pari complessivamente a 445.455.041 di euro. Il dato emerge mettendo a confronto i trasferimenti relativi al 2010 e il totale del gettito dalle imposte devolute in base al decreto attuativo sul fisco comunale (tassa di registro e tasse ipotecarie, l’Irpef sul reddito da fabbricati e il presunto introito che dovrebbe venire dalla cedolare secca sugli affitti). Tra i 92 comuni presi in esame 52 otterrebbero benefici dalla proposta di riforma e 40 ne verrebbero penalizzati.

In particolare, saranno i cittadini napoletani i più tartassati dalla nuova imposta municipale unica, l’Imu, prevista nel decreto attuativo sul federalismo fiscale riguardante il fisco municipale. Il gettito per abitante delle tasse e delle imposte devolute nella città partenopea sarebbe di 669 euro per abitante. A seguire i più colpiti sarebbero i bolognesi con 555 euro annui per abitante e gli aquilani (548 euro per abitante). L’Imu più bassa è invece quella di Brindisi: 166 euro annui per abitante, seguita da Benevento (176 euro) e Catanzaro e Reggio Calabria (179 euro per abitante).

Un taglio drastico delle risorse per il comune dell’Aquila (-66%) che perde 26.294.732 milioni, seguito di poco da Napoli (-61%) che perde quasi 400 milioni (392.969.715), essendo però il comune che riceve i trasferimenti statali più alti rispetto a tutti gli altri capoluoghi italiani (668 euro per abitante di fronte a una media di 387 euro). Se il nuovo fisco previsto nel federalismo municipale andrà in vigore il capoluogo abruzzese incasserà 13.706.592 di euro di tasse (la somma delle imposte sul registro e ipotecarie, dell’Irpef sul reddito da fabbricati e del presunto introito della cedolare secca sugli affitti) a fronte di 40.001.324 milioni di trasferimenti avuti nel 2010. Si tratta di -360 euro all’anno per abitante. I cittadini aquilani pagheranno, infatti 188 euro di Imu, mentre attualmente per ognuno di loro vengono dati al Comune 548 euro. Non va meglio a Napoli che con grazie all’autonomia impositiva incassa 252.054.150 euro, ma nel 2010 ha avuto trasferimenti per 645.023.865. E ancora Roma perde 129.540.902 euro (il 10% delle entrate); Palermo 185.727.331 euro pari al 55% dei fondi per i servizi essenziali, così come Cosenza. E sono soprattutto i comuni del sud a essere penalizzati, Messina perde il 59%, Taranto il 50%

Ecco, cosa chi perde e chi ci guadagna tra i capoluoghi di regione in percentuale: L’Aquila -66%, Potenza -56%, Catanzaro -46%, Napoli -61%, Bologna +40%, Roma -10%, Genova -22%, Milano +34%, Ancona +10%, Campobasso +5%, Torino -9%, Bari-12%, Cagliari +2%, Palermo -55%, Firenze +33%, Perugia -2%, Venezia +26%

2 risposte a “Federalismo fiscale: arriva l’IMU. Stangata per i Comuni”

  1. Bruno ha detto:

    …mentre attualmente per ognuno di loro vengono dati al Comune 548 euro.

    I 548 euro sono al netto del sisma?
    Cioè sarebbero stati dati anche senza il sisma del 6 aprile 2009?
    Chi sa rispondere?

  2. Bruno ha detto:

    …mentre attualmente per ognuno di loro vengono dati al Comune 548 euro.

    I 548 euro sono al netto del sisma?
    Cioè sarebbero stati dati anche senza il sisma del 6 aprile 2009 o sono tali a causa del sisma?
    Chi sa rispondere?

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