Nel racconto di una famiglia, l’eco delle centomila vite travolte dal terremoto del 6 aprile

Dopo aver percorso un totale di oltre 7.000 km, essere stato presentato a Londra, Milano, Roma e molte altre città in Italia, arriva finalmente a L’Aquila il libro “Ventitre secondi” (Kellermann editore) dell’aquilano Alessandro Aquilio. Appuntamento il 7 gennaio 2011 alle ore 17,30 presso la Libreria Mondadori – Galleria Commerciale La Meridiana (Via Rocco Carabba). Per […]

Dopo aver percorso un totale di oltre 7.000 km, essere stato presentato a Londra, Milano, Roma e molte altre città in Italia, arriva finalmente a L’Aquila il libro “Ventitre secondi” (Kellermann editore) dell’aquilano Alessandro Aquilio. Appuntamento il 7 gennaio 2011 alle ore 17,30 presso la Libreria Mondadori – Galleria Commerciale La Meridiana (Via Rocco Carabba). Per L’Aquila e gli aquilani sono bastati pochi secondi per superare il confine tra la vita “prima” e la vita “dopo” il terremoto del 6 aprile 2009. Oggi quella data è una chiara linea di demarcazione netta e un costante, doloroso ricordo.
Il 2011 si apre nel ricordo di quella notte di ventuno mesi fa, che ha cambiato le vite di un’intera città. Ma anche nel desiderio di guardare al futuro, con volontà e forza.
Ventitre secondi, definito dalla critica un “libro importante” frutto di “uno stile ricercato e sguardo lucido” nasce con l’intento di raccontare il dramma dell’Aquila, al netto delle polemiche e delle divisioni per restituirne il volto più vero e insindacabile: quello umano. Per farlo, l’autore sceglie di descrivere una tragedia collettiva attraverso la storia di una famiglia, la propria, a partire da quegli interminabili secondi per giungere fino alla condizione di sfollati e alla difficile strada verso una nuova vita.
Con la presentazione del 7 gennaio a L’Aquila, Ventitre secondi torna a casaafferma Aquilio. “Questo libro è nato come atto d’amore per la mia città e per la mia famiglia. Quando accadono simili tragedie, a mio parere il valore della testimonianza diventa ancor più prezioso. E in

queste settimane ho avuto modo di parlare delle nostre esistenze dopo quel 6 aprile in molte città e regioni, toccando con mano i diversi modi in cui è percepito il dramma aquilano. In queste pagine c’è la mia vita: l’ho offerta agli occhi di chi vorrà leggerla, augurandomi che possa aiutare a non essere dimenticati. E il mio intento è di continuare a parlare di noi, ovunque ci sarà anche solo una persona disposta ad ascoltare”.
Grazie alla vividezza delle immagini descritte e al ritmo racchiuso nelle pagine del libro, Aquilio guida il lettore in una storia ancor più coinvolgente perché vera, che riesce a far vedere il terremoto – o il Vigliacco, come viene chiamato nella storia – e i suoi effetti anche a chi non lo ha vissuto né è mai stato a L’Aquila.
La storia racchiusa in Ventitre secondi mi ha sorpresa e resa fragile, mettendomi davanti a questo senso di impotenza che fatica a lasciarmi. Non credevo potesse arrivare al punto di farmi sentire un’aquilana, come tanti. Di farmi prendere posto dentro la sua famiglia.” afferma Paola Turci, tra le protagoniste di Amiche per l’Abruzzo, che ha curato l’introduzione al libro. “Leggere queste pagine esige una disponibilità a lasciarsi colpire allo stomaco e al cuore. A lasciarsi trafiggere e a sanguinare. Io ho scelto di farlo, immedesimandomi a fondo nei sentimenti e nelle emozioni descritte in questo racconto di vita vera. Per tutti questi motivi, e per molto altro, ringrazio Alessandro, per aver condiviso con tutti noi il dolore, lo stupore, l’amore, la rabbia e, sopra ogni cosa, la forza di ricominciare”.
Attraverso lo sguardo dell’autore e le vicende della sua famiglia si vive nel particolare una tragedia collettiva, dimostrando che spesso le storie individuali hanno in sé il germe dell’universalità, del poter parlare a tutti ed essere accessibili a tutti.
Nel racconto di poche persone, l’eco di centomila vite, di un’intera città, di una collettività che ha visto con i propri occhi la paura e il senso di smarrimento che si può provare di fronte a un evento come il terremoto. Il sisma costringe a fare i conti con il caso, con la propria dimensione umana, in una società che pare offrire solamente certezze. Gli stessi occhi, però, hanno saputo riprendere a sgranarsi e reagire al dolore, all’incredulità, allo sconforto e oggi sono ancor più consapevoli di quanto fugace possa essere la vita, di quanto coraggio ci voglia a saper intraprendere un nuovo inizio, a testa alta.
Ed oggi sono gli occhi che hanno visto il peso di ventitre secondi in una vita.

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