Quando l’aquilanità diventa negatività, lo scontro al posto del confronto

 In questi primi giorni dell’anno, le cronache dei giornali, non solo locali, hanno diffusamente evidenziato lo scontro frontale tra il Comune e la Caritas per le difficoltà nell’utilizzo delle donazioni destinate a progetti utili alla collettività. Entrambe le Istituzioni, nell’intento di fare bene il proprio compito – il Comune di pianificare gli interventi e la […]

 In questi primi giorni dell’anno, le cronache dei giornali, non solo locali, hanno diffusamente evidenziato lo scontro frontale tra il Comune e la Caritas per le difficoltà nell’utilizzo delle donazioni destinate a progetti utili alla collettività. Entrambe le Istituzioni, nell’intento di fare bene il proprio compito – il Comune di pianificare gli interventi e la Caritas di realizzare i progetti – hanno polemizzato l’uno contro l’altra, perdendo tempo e rovinando ulteriormente l’immagine della Città.

 Forse sarebbe stato sufficiente una telefonata, un chiarimento, un impegno  a fare bene e subito, considerato che lo scopo era lo stesso e riguardava interventi utili al territorio.  Ed invece gli Amministratori comunali sono apparsi incapaci di accogliere finanziamenti per strutture sociali e rancorosi con i benefattori, al contrario dei Veneti che in 20 giorni ed in silenzio hanno rialzato la testa dopo l’alluvione!

 D’altra parte, il Sindaco avrebbe potuto e dovuto tutelare il territorio già quando veniva deturpato con le 19 New Towns, con le centinaia di case abusive o con la chiesa di Piazza d’Armi: è vero, non è mai troppo tardi, ma il modo è sbagliato e dannoso per una città in grande sofferenza, che ha bisogno del contributo di tutti.

 Il Sindaco autorevole è colui che decide senza strillare, che convince senza imporre, che attua il suo programma il lunedì, ma anche il martedì.  E l’attuale Minoranza consiliare, con l’annunciata mozione di sfiducia, ha imboccato la stessa strada scivolosa dei rancori polemici e dello scontro personale, dopo aver accettato le Presidenze delle commissioni consiliari ed aver partecipato al banchetto dei favori del Governo cittadino.  A poco più di un anno dalla scadenza naturale del Consiglio Comunale, non sarebbe più utile per la Città lasciare da parte tatticismi e personalismi ed utilizzare il tempo rimasto per concentrarsi tutti, maggioranza e minoranza, Forze sociali e culturali, sindacali ed imprenditoriali, sulle priorità della ricostruzione e del rilancio dell’economia, sulla fine delle gestioni commissariali e sulla governance della Città territorio?

Perché il Sindaco, Cialente, con un gesto di umiltà e di responsabilità, non avvia una fase politica nuova e più produttiva per la Città, promuovendo il tavolo del Fare insieme, il luogo del confronto, la sede delle scelte condivise, rimandando lo scontro politico a tempo debito?

 Lelio De Santis

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