Tutto esaurito a L’Aquila per la prima di “Scene da un Matrimonio”

“Bravi, davvero bravi”, “Spettacolo straordinario”, “Divertente, commovente, eccezionale”, “Un regista da oscar”,  questi i commenti registrati dalle telecamere dei media nazionali per il debutto di “Scene da un matrimonio” del Teatro Stabile d’Abruzzo che ieri, giovedì 13 gennaio, nel Ridotto del Teatro Comunale di L’Aquila ha registrato un “tutto esaurito” con grandi applausi finali ed […]

“Bravi, davvero bravi”, “Spettacolo straordinario”, “Divertente, commovente, eccezionale”, “Un regista da oscar”,  questi i commenti registrati dalle telecamere dei media nazionali per il debutto di “Scene da un matrimonio” del Teatro Stabile d’Abruzzo che ieri, giovedì 13 gennaio, nel Ridotto del Teatro Comunale di L’Aquila ha registrato un “tutto esaurito” con grandi applausi finali ed a scena aperta.
Sul palcoscenico Daniele Pecci e Federica Di Martino, in sala il regista Alessandro D’Alatri, lo scenografo Matteo Soltanto ed il compositore delle musiche Franco Mussida visibilmente commossi nel ringraziare la città ferita che li ha ospitati per le prove dell’allestimento.
“Scene da un matrimonio” esaurisce con le due repliche di oggi, venerdì 14 gennaio alle ore 17,30 ed alle ore 21,00, la permanenza a L’Aquila e parte per una tournée “in progress” che vorrebbe toccare, davvero, tutte le principali città italiane come testimone della produzione culturale abruzzese. Le prime recite, sabato 15 e domenica 16 gennaio, sono programmate nello splendido Teatro Marrucino di Chieti.
Un successo particolare hanno riscosso le musiche che accompagnano lo spettacolo, talmente godibili che Franco Mussida, il compositore e cofondatore di PFM, intende trasformarle in un cd, ecco le sue parole:
“Per le Musiche di “Scene da un Matrimonio”,  si è scelto il suono della sola chitarra per aggiungere al vissuto degli attori ulteriori invisibili elementi emozionali per raccontare i loro sentimenti oltre la parola e il gesto. Una scelta che mi ha subito entusiasmato e che aggiunge  una certa essenzialità  che si accorda bene con l’archetipicità della scenografia e delle luci.
Chi mi conosce bene sa che la chitarra non la vivo come uno strumento per fare esercizi di virtuosismo, ne per applicare tecniche di linguaggio che codificate grazie alle tante diverse tecniche, il Country, Colfinger Peaking, il Rock , il Soul , con i suoni distorti e le ritmiche codificate, la posizionano nell’immaginario in ben precisi luoghi o la legano a questo o a quel grande chitarrista.
La chitarra per me è semplicemente un mezzo, un  tramite per andare a cercare Musica. Una specie di bastone del rabdomante. Mi è sempre piaciuto infatti considerarla un piccolo pianoforte a sei corde da portare in spalla in giro con me come si porta una macchina fotografica.  Un tramite prezioso che mi aiuta a comunicare immagini emozionali e sentimenti che vivo personalmente, e che vado cercando dentro e fuori di me dando a questi elementi  che completano il quadro del reale, tanti diversi vestiti di suono”.

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