Spesa bassa, con troppi medici ed elevata emigrazione ospedaliera

Pubblicato oggi il dossier “Noi Italia”, realizzato dall’Istat allo scopo di disegnare un quadro veritiero dello stato del Paese in rapporto alla Unione Europea. Da esso emerge che, da noi, la spesa sanitaria pubblica e’ più bassa rispetto a quella di altri paesi come Francia e’ Germania, la mortalità e’ causata soprattutto dai tumori e […]

Pubblicato oggi il dossier “Noi Italia”, realizzato dall’Istat allo scopo di disegnare un quadro veritiero dello stato del Paese in rapporto alla Unione Europea. Da esso emerge che, da noi, la spesa sanitaria pubblica e’ più bassa rispetto a quella di altri paesi come Francia e’ Germania, la mortalità e’ causata soprattutto dai tumori e l’incidenza delle malattie cardiocircolatorie e’ tra le più basse d’Europa. Le famiglie contribuiscono con proprie risorse alla spesa sanitaria complessiva per una quota pari al 21,3 per cento e tale spesa raggiunge l’1,9 per cento del Pil nazionale, raggiungendo la cifra di 1.178 euro per famiglia (anno 2008). Più dettagliatamente, se si analizza il bilancio nazionale – soffermandosi solo sulla spesa per prestazioni di protezione sociale per i diversi bisogni (che comunque rappresenta circa il 98% del totale) – emerge la predominanza della funzione vecchiaia (che assorbe oltre il 50%). Rispetto al 2002 questa voce di spesa ha registrato un leggero declino (circa mezzo punto percentuale), ma la sua incidenza sul Pil è comunque salita dal 12,6% al 13,5%. Al secondo posto si trova la voce “sanità e trasferimenti monetari in caso di malattia o infortunio” (26,5% delle prestazioni e 7% del Pil), in aumento di un punto dal 2002 al 2008. Si fermano invece rispettivamente al 9,5% e al 5,9% le funzioni “superstiti” e “invalidità” (che rappresentano il 2,5% e l’1,6% sul Pil). Supera di poco i due punti percentuali il dato relativo a “disoccupazione e altre forme di esclusione sociale” (2,3% del totale, 1,2% sul Pil) in lieve aumento dal 2002, che comunque corrisponde al 4,6% del totale della spesa per prestazioni di protezione sociale. I dati sono dell’Istat, che oggi presenta il rapporto “Noi Italia”. Il valore del 3,5%, che è stato fissato dai “livelli essenziali di prestazioni civili e sociali” e che rappresentava il valore del Centro-Nord nel 2005, è tuttora molto ambizioso per diverse regioni. Solo Abruzzo e Basilicata nel 2008 hanno già superato il target.  Tra le aree del Centro-Nord, Valle d’Aosta, Trento e Toscana raggiungono i livelli più bassi, mentre al vertice della classifica si collocano il Friuli Venezia Giulia (anche se in lieve calo) e il Veneto, entrambi con livelli molto più elevati rispetto alle altre regioni. Guardando allo storico, tra il 2001 e il 2008 è salita mediamente di un punto percentuale la quota di anziani che usufruiscono di assistenza domiciliare: l’incremento è maggiore al Centro-Nord, dove raggiunge il +1,4%, rispetto al Mezzogiorno, dove l’aumento è dell’1,1%. Il balzo in avanti è molto evidente a Nordest, che tocca quota +2,9%, grazie soprattutto alle ottime performance di Emilia Romagna (+4,2%) e Veneto (+3%). In Italia, ancora ci dice il dossier, circa il 3,3% degli anziani nel 2008 usufruiva di servizi di assistenza domiciliare integrata. Ma la media nazionale nasconde ancora una volta forti disparità tra nord e sud del paese L’Italia, inoltre, e’ tra i paesi Ue quello con il maggior numero di medici in strutture sanitarie pubbliche e private sul totale della popolazione residente, quasi 410 ogni centomila abitanti (2009). Tra il 2002 e il 2007, in tutte le regioni si e’ verificata una convergenza dell’offerta di posti letto ospedalieri per abitante verso la media nazionale, scesa da 4,3 a 3,7 posti letto ogni mille abitanti. La mobilità ospedaliera fra regioni e’ un fenomeno rilevante: nel 2008, le regioni sono state interessate da circa 650 mila ricoveri ospedalieri di pazienti non residenti (immigrazione ospedaliera) e da oltre 570 mila ricoveri effettuati dai pazienti in una regione diversa da quella di residenza (emigrazione ospedaliera). I tumori e le malattie del sistema circolatorio, più frequenti nelle età adulte e senili, rappresentano le principali cause di ricovero sia in Italia, sia nel resto dell’Europa. Le malattie del sistema circolatorio rappresentano la principale causa di morte in quasi tutti i paesi dell’Ue. In Italia, il tasso standardizzato di mortalità per queste cause e’ pari a 32,6 decessi ogni diecimila abitanti, quello relativo ai tumori e’ pari a 26,6 decessi ogni diecimila abitanti, con valori maggiori negli uomini (36,8) rispetto alle donne (19,6). I tumori rappresentano in Italia e in Europa la seconda causa di morte (2007). Il fumo, l’alcol e l’obesità’ sono i principali fattori di rischio per la salute. In Italia, nel 2009, i fumatori rappresentano il 23 per cento della popolazione di 14 anni e più, i consumatori di alcol a rischio il 16,1 per cento, le persone obese il 10,3 per cento.

Carlo Di Stanislao

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