Sei arresti per riciclaggio auto dalla Germania

Sei persone sono stata arrestate perché ritenute appartenenti a un’organizzazione dedita al riciclaggio di auto oggetto di appropriazione indebita in Germania. Le indagini sono state condotte dalla Polizia Stradale del Compartimento Abruzzo in collaborazione con le squadre di polizia giudiziaria di Chieti e Pescara. le accuse nei confronti degli arrestati, posti tutti ai domiciliari, sono […]

Sei persone sono stata arrestate perché ritenute appartenenti a un’organizzazione dedita al riciclaggio di auto oggetto di appropriazione indebita in Germania. Le indagini sono state condotte dalla Polizia Stradale del Compartimento Abruzzo in collaborazione con le squadre di polizia giudiziaria di Chieti e Pescara. le accuse nei confronti degli arrestati, posti tutti ai domiciliari, sono di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione. Capo della banda è un macedone, gli altri sono abruzzesi.

Gli arrestati sono: il macedone Zoran Baevski, macedone, di 43 anni; Enrichetta Caldarelli (54), Carmine Sapienza (44); Alfredo Butelli (61), tutti di Ortona (Chieti), Ettore Dell’Aquila (46) e Gabriele Giommetta (38) di San Severo (Foggia). Obbligo di dimora, invece, nei confronti di Tommaso Tascini (38), di Ortona, Claudio Caravaggio (53), di Lanciano (Chieti). Sono indagati: D.T.A. (41), M.M.E. (33) e C.G. (41) per ricettazione, e due funzionari della Motorizzazione Civile di Chieti – F.G. (61) e C.G.(65) – per di falso in atto pubblico. L’indagine – illustrata in una conferenza stampa da Nadia Carletti, funzionario del Compartimento Abruzzo, e dal sostituto commissario Ciucci, responsabile della squadra di polizia giudiziaria regionale – era stata avviata nell’estate scorsa quando dalle autorità tedesche, di qui il nome di “Operazione Alemania”, giunsero in Italia richieste di recupero di auto oggetto di appropriazione indebita relative a una persona di Ortona, veicoli che nel frattempo erano rivenduti a ignari acquirenti tra Pescara e Foggia. La collaborazione con la polizia criminale di Mannheim ha permesso di accertare che le auto – Bmw, Mercedes e Maserati – venivano acquistate o locate con regolari contratti di finanziamento o di leasing e per stipulare i contratti si faceva uso di buste paga di società che operano nell’edilzia, sia in Italia che in Germania, i cui amministratori, tutti italiani, in molti casi sono risultati anche prestanome per la trascrizione della proprietà dei veicoli sia in Germania che in Italia. Le auto, ritirate presso concessionari tedeschi, venivano quindi portate in Italia mentre in Germania veniva interrotto il pagamento delle rate del finanziamento o della locazione con patto di riservato dominio. In sostanza, anticipando cifre non rilevanti, si aveva la disponibilità di veicoli di grande valore facilmente commerciabili anche grazie a un prezzo di vendita sensibilmente inferiore a quello di listino. Una Macerati Gts è stata venduta per 50 mila euro contro gli 80 del prezzo effettivo. I veicoli venivano reimmatricolati preferibilmente presso la Motorizzazione di Cheti e venduti a soggetti in buona fede, oppure dati in permuta a concessionari della costa abruzzese. Con queste modalità nel 2010 sono stati trafugati 25 veicoli, per un valore commerciale ci circa un milione. Sono state recuperate 14 auto, per un valore di circa 600 mila euro.

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