Verità e bugie sulla supernova che presto esplodera’

Una mattina ci sveglieremo e, guardando fuori dalla finestra, vedremo due soli risplendere sopra la città. Non proprio due dischi, come in Star Wars, ma un’altra nuova sorgente abbagliante nel cielo, benchè puntiforme. Fantascienza? No. È lo scenario che verosimilmente si presenterà (e durerà per alcuni mesi) quando la supergigante rossa Betelgeuse, ormai in fin di […]

Una mattina ci sveglieremo e, guardando fuori dalla finestra, vedremo due soli risplendere sopra la città. Non proprio due dischi, come in Star Wars, ma un’altra nuova sorgente abbagliante nel cielo, benchè puntiforme. Fantascienza? No. È lo scenario che verosimilmente si presenterà (e durerà per alcuni mesi) quando la supergigante rossa Betelgeuse, ormai in fin di vita, metterà fine ai suoi giorni, disintegrandosi in un’esplosione catastrofica, visibile a occhio nudo, data la sua vicinanza a noi: è a soli 640 anni luce da qui, nella costellazione di Orione.

È bastato che il fisico Brad Carter, dell’Università del Queensland, dichiarasse al sito news.com.au che l’evento può accadere prima del famigerato 2012, o in ogni momento nei prossimi milioni di anni, per scatenare le Cassandre dell’Apocalisse, terrorizzare i seguaci della profezia Maya, galvanizzare gli appassionati della celebre saga di George Lucas, esaltati al pensiero della Terra come il mondo Tatooine.

Ci spiace fare la parte dei guastafeste. Ma c’è poco da temere, e forse men che meno da festeggiare. Massimo Turatto, direttore dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Trieste in quest’intervista svela verità e bugie sulla supernova che “presto” esploderà. Leggetela con calma, tanto è inutile precipitarsi fuori casa. Nessuno sa quando andrà in scena lo spettacolo, ma è assai improbabile che avvenga proprio ora. Inoltre, potrebbe non essere così conveniente stare in prima fila a guardare. Stiamo pur sempre parlando di una mega-bomba atomica che scoppia nella nostra galassia.

Massimo Turatto, è possibile che Betelgeuse esploda prima del 2012?

Non c’è assolutamente modo di prevederlo. Quello che sappiamo con certezza è che stelle di questo tipo, al termine della loro evoluzione, si autodistruggono con una spettacolare deflagrazione. Quasi tutto il materiale viene espulso nello spazio interstellare alla velocità di 30 mila chilometri al secondo, si sprigiona una quantità impressionante di energia e per alcuni giorni la supernova fa più luce dell’intera galassia. Alla fine, restano solo le “ceneri”: una stella di neutroni estremamente compatta, o un buco nero. Betelgeuse è destinata a fare questa fine abbastanza presto: è una supergigante rossa, 20 volte più grande del Sole, ormai in fase terminale. Significa che può morire domani o fra milioni di anni: in termini cosmologici, si tratta comunque di una frazione di tempo brevissima.

Come si riconosce una stella “in fin di vita”?

La temperatura degli strati esterni di Betelgeuse è di circa 3.500 °C, molto inferiore rispetto a una giovane stella delle sue dimensioni. Giunta a queste fase, si sta per esaurire il combustibile che alimenta le reazioni termonucleari nel nucleo, vera e propria centrale della stella, dove il calore può arrivare a decine di milioni di gradi.

Che cosa si vedrebbe dalla Terra, in seguito a un disastro nucleare del genere?

Se Betelgeuse scoppiasse nel momento in cui è angolarmente vicina al Sole, sarebbe così brillante che la vedremmo in cielo come un puntino luminoso, anche di giorno, ma non immaginiamo una palla infuocata, tipo il Sole! Sarebbe comunque un’ immagine puntiforme , molto brillante ma puntiforme.

È mai successo di vedere una supernova a distanza ravvicinata?

Esistono testimonianze storiche di eventi simili nei secoli e millenni scorsi, come l’esplosione di una supernova nel 1054, nella costellazione del Granchio. Nel 1572 l’astronomo danese Tycho Brahe ne osservò una, nel 1604 Giovanni Keplero e Galileo Galilei ne videro un’altra a occhio nudo, nella Via Lattea. L’ultima, osservabile senza ausilio di telescopi, risale al 1987: si trovava nella grande nube di Magellano, galassia satellite alla nostra. Paradossalmente, è più difficile scoprire oggetti di questo tipo nella nostra galassia, perché le nubi di polveri e gas sul piano galattico ne oscurano la vista.

Quanto sono frequenti le esplosioni di supernovae?

I telescopi spaziali e a terra riescono a rilevarne decine ogni giorno in tutto l’Universo osservabile. Nella Via Lattea se ne conta in media una ogni 50 anni. C’è da dire che Betelgeuse non è l’unica candidata a un’imminente esplosione. Ci sono decine di stelle massicce e anziane, abbastanza vicine a noi e allo stesso stadio.

Ci sarebbero conseguenze per noi?

Qualche preoccupazione ce l’avrei, almeno nelle prime ore. Oltre alla luce visibile, innocua, saremmo investiti da un flusso di radiazioni elettromagnetiche non visibili, in particolare raggi X e ultravioletti, che potrebbero teoricamente modificare l’atmosfera terrestre, ionizzandola e abbassandola. Da Betelgeuse ci arriverebbe una quantità di energia di questo tipo tra le 5.000 e le 10.000 volte superiore rispetto al Sole, ma essendo protetti dall’atmosfera, è difficile fare una stima quantitativa dell’impatto sulla salute e l’ambiente. Quasi certamente, un evento del genere manderebbe in tilt le telecomunicazioni satellitari e potrebbe bruciare i sensori delle camere montate sui telescopi spaziali, non tarati per radiazioni così intense.

Una supernova potrebbe cambiare gli equilibri del pianeta?

Alla distanza a cui si trova Betelgeuse no. Tuttavia, nelle prime ore ci sarebbero dei rischi. Non è da escludere, in generale, che una supernova molto vicina alla Terra possa causare seri danni. Secondo alcuni, è una delle ipotesi per spiegare l’estinzione di massa dei dinosauri.

Cosa potrebbero scoprire gli scienziati in un’occasione simile?

Moltissimo. Le osservazioni del 1987 hanno permesso di confermare che l’esplosione della stelle massicce avviene per collasso gravitazionale e hanno rivelato 20 neutrini, particelle che piovono continuamente sulla Terra ma non si lasciano afferrare. Per gli astronomi sarebbe un’opportunità grandiosa di osservare da vicino un fenomeno che può dare origine ai buchi neri.

Anche il Sole è destinato a fare questa fine?

No, il destino di supernova riguarda principalmente stelle con masse superiori a 8 masse solari.  Ma il Sole nasconde altri misteri. Per esempio mi affascina l’idea che abbia mantenuto la sua radiazione abbastanza costante per miliardi di anni in modo da permettere lo sviluppo della vita e della vita intelligente.

Daniela Cipolloni

INAF

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