Due milioni contro Mubarak

Per le vie del Cairo due milioni di persone, il doppio del previsto, hanno manifestato contro il Rais o ultimo faraone, Mubarak, mentre continua la fuga dei cittadini stranieri dalle località turistiche, dei tanti dipendenti con famiglie di aziende straniere ed anche di molti cittadini egiziani impauriti dai tumulti che hanno già causato 150 morti. […]

Per le vie del Cairo due milioni di persone, il doppio del previsto, hanno manifestato contro il Rais o ultimo faraone, Mubarak, mentre continua la fuga dei cittadini stranieri dalle località turistiche, dei tanti dipendenti con famiglie di aziende straniere ed anche di molti cittadini egiziani impauriti dai tumulti che hanno già causato 150 morti. Ieri Mubarak aveva annunciato la composizione del nuovo governo con la sostituzione del ministro degli Interni, Habib el-Adli, fra i politici più contestati dai manifestanti, colui che il 25 scorso, all’inizio delle manifestazioni, aveva usato il pugno di ferro, con 20.000 poliziotti mobilitati. Ma I fratelli Musulmani, la più influente forza di opposizione, ha bocciato il nuovo esecutivo e chiesto alla gente di non desistere dal dissenso “perché tutto il regime – presidente, partiti, ministri e parlamento – lascino il potere”. Oggi, il più importante leader della opposizione, Mohamed El Baradei, ha detto che il dialogo sarà possibile solo dopo che il presidente Hosni Mubarak avrà abbandonato il potere e ribadito, “deve andarsene entro venerdì”, mentre Mubarak, dal canto suo, ha confermato la volontà di rimanere in carica e di proseguire con il ripristino del corretto e naturale funzionamento delle istituzioni. A il Cairo non funziona la metropolitana mentre in tutto l’Egitto sono fermi i treni ed è stato preannunciato uno sciopero generale. L’esercito si è dichiarato dalla parte del popolo, mentre la polizia militare ha isolato con una barriera di filo spinato il palazzo che ospita gli uffici di Mubarak nel quartiere di Heliopolis. Nella capitale è stata anche organizzata, dal Partito democratico nazionale , una contro manifestazione a sostegno di Mubarak, ma vi ha preso parte solo poche centinaia di persone. Altre manifestazioni si sono avute ad Alessandria e l’intero Paese è nel caos, con nuovi assalti ai musei e mega evasioni dalle carceri. Le forze armate egiziane hanno arrestato circa 450 persone in diverse zone, colte a compiere furti e razzie. La tv di stato egiziana ha mostrato alcune di queste persone fermate, in particolare nella periferia del Cairo e di Suez, accusate di aver violato il coprifuoco e rubato auto e beni dalle case private. In molti sono stati trovati in possesso di coltelli e spade usati per rapinare i passanti e compiere assalti nelle case. L’ambasciata Usa ha invitato i cittadini statunitensi a lasciare l’Egitto e, secondo la Farnesina, sono molti gli italiani bloccati, mentre nella capitale aumenta la tensione. Ieri, poi, i capi delle diplomazie dei Ventisette, riuniti nel Consiglio Affari esteri dell’Ue, hanno raggiunto un accordo sul testo di una dichiarazione comune sulla situazione in Egitto, in cui si chiede con urgenza alle autorità del Cairo di “intraprendere una transizione ordinata verso un governo con base ampia, che conduca a un processo di riforme democratiche, con il pieno rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e dello stato di diritto, che spiani la strada a elezioni libere ed eque”. Il nostro ministro degli esteri Franco Frattini si è oggi rivolto a tutte le parti in Egitto. “Il mio appello – ha detto il ministro – va al presidente Mubarak e alle istituzioni egiziane affinchè si evitino violenze contro civili disarmati ed ai manifestanti affinchè dimostrino pacificamente”. Obama ha avuto colloqui telefonici sulla crisi egiziana con alcuni importanti partner degli Stati Uniti, come il leader turco, israeliano, saudita e britannico e ha ribadito il suo auspicio per una “transizione verso un governo che risponda alle aspirazioni” dei cittadini egiziani. Le autorità egiziane, intanto, hanno deciso la chiusura dell’ufficio di Al Jazeera al Cairo e ritirato gli accrediti ai suoi corrispondenti. Tuttavia la tv satellitare araba, non si è persa d’animo e ha aggirato l’oscuramento. I suoi giornalisti in Egitto stanno continuando, tramite Twitter, la loro ormai caratteristica “copertura aggressiva” degli eventi. E allo stesso tempo, con una serie di messaggi sui telefonini, l’emittente ha informato gli egiziani come accedere alle sue trasmissioni su un’altra frequenza satellitare. Sempre per garantire un sistema che permetta di inviare messaggi sui siti di microblog per telefono, senza connessione a internet, Google e Twitter hanno deciso una collaborazione per aiutare gli egiziani “a restare connessi in questo periodo molto difficile”.

Carlo Di Stanislao

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