Fiat Usa

L’ipotesi avanzata dall’ad Fiat Sergio Marchionne, di trasferire la sede del gruppo negli Stati Uniti, è stata commentata duramente da Giorgio Airaudo, responsabile nazionale auto della Fiom, che oggi ha detto: “Servirebbe una politica piu’ forte che inchiodasse la Fiat alle sue responsabilita’”. E dura anche il Capogruppo Idv in Senato, Felice Belisario, che afferma: […]

L’ipotesi avanzata dall’ad Fiat Sergio Marchionne, di trasferire la sede del gruppo negli Stati Uniti, è stata commentata duramente da Giorgio Airaudo, responsabile nazionale auto della Fiom, che oggi ha detto: “Servirebbe una politica piu’ forte che inchiodasse la Fiat alle sue responsabilita’”. E dura anche il Capogruppo Idv in Senato, Felice Belisario, che afferma: “Marchionne sta operando in pieno Far West, tanto da poter ipotizzare il trasferimento negli Stati Uniti: ciò accade a causa della gravissima indifferenza del Governo ai diritti dei lavoratori e alla perdita di industrie storicamente fondamentali per il nostro Paese”. Quanto al sindaco di Torino Sergio Chiamparino il trasferimento, “sarebbe inaccettabile anche se l’azienda è una multinazionale”. “E’ presto per tracciare scenari negativi – ammette comunque il primo cittadino – ma al rientro in Italia di Marchionne chiederò subito un incontro urgente con i vertici della Fiat per chiarire il significato delle parole espresse dall’amministratore delegato e quali siano le prospettive”. Al momento, insomma, “non abbiamo gli elementi per capire cosa volesse dire Marchionne. Per questo mi riservo di approfondire, di chiedere subito un faccia a faccia con il presidente del Lingotto e con lo stesso ad”. Comunque, quello che ieri a S. Francisco ha lanciato una serie di messaggi epocali al mondo della finanza e a quello della politica, è un Marchionne determinato ad andare avanti, che afferma che il nuovo gruppo Fiat-Chrysler, con l’Alfa Romeo saldamente nel perimetro di questa nuova società, potrebbe nascere, mese più mese meno, fra il 2012 e il 2013 e potrebbe avere sede negli USA. L’annuncio arriva in chiusura di una settimana che si è aperta con i dati dell’esercizio 2010 della Chrysler: una perdita netta di 652 milioni di dollari a fronte di un utile operativo di 763. Risultati sui quali ha pesato il servizio del debito costato 1,3 miliardi di interessi nell’anno appena chiuso. Il prossimo passo per l’alleanza (Fiat ha il 25 per cento di Chrysler) è la condivisione di tecnologie, con un’auto Dodge su architettura Fiat in programma per il 2012 e la costruzione, già partita, di motori Fiat negli Usa. Anche Maurizio Sacconi si dimostra preoccupato e dice, sul Corriere della Sera, che anche se “una vaga ipotesi non è una decisione e non può quindi dar luogo al solito festival delle Cassandre”, una cosa è certa: “ l’Italia tutta, nelle sue componenti istituzionali come in quelle sociali prevalenti, si è guadagnata il diritto a conservare funzioni direzionali e progettuali”. All’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne “chiediamo la garanzia di un trasparente e continuo confronto con le istituzioni e le parti sociali”, ha comunque detto il ministro. Quanto, infine, al segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, , a margine di una manifestazione di Libertà e Giustizia al Palasharp a Milano, ella ha detto il governo dovrebbe “convocare Sergio Marchionne. E chiarito che è ora discutere, finalmente “delle cose vere, invece che di trattare male i lavoratori”. Fra tante incertezze e prese di posizione, la cosa certa, trapelata in queste ore, è che, la prossima settimana, il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, incontrera’ l’ad di Fiat, anche se l’incontro, a quanto si apprende, era gia’ previsto nelle procedure fissate in vista della firma dell’accordo di programma per Termini Imerese, che si dovrebbe siglare il 16 febbraio.

Carlo Di Stanislao

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