Medici e Social Network

La diffusione esplosiva dell’utilizzo dei forum on-line dei social network ha portato milioni di persone in tempi rapidissimi a frequentarli con una popolarità crescente tra le generazioni più giovani. Fra questi siti Facebook è il social network più popolare. Questo nuovo scenario pone ai medici che vi partecipano nuove sfide etiche e professionali. Dato l’aumento […]

La diffusione esplosiva dell’utilizzo dei forum on-line dei social network ha portato milioni di persone in tempi rapidissimi a frequentarli con una popolarità crescente tra le generazioni più giovani. Fra questi siti Facebook è il social network più popolare. Questo nuovo scenario pone ai medici che vi partecipano nuove sfide etiche e professionali. Dato l’aumento progressivo di diffusione del sito e la confidenza tecnologica delle generazioni più giovani, un gruppo di ricercatori ha cercato di esplorare come i giovani medici gestiscono la loro vita professionale online. Lo scopo dello studio pubblicato sul Journal of Medical Ethics è stato di descrivere l’attività Facebook dei medici e dei loro colleghi e di raccogliere le loro opinioni circa l’impatto di Facebook sul rapporto medico-paziente. Un questionario anonimo è stato inviato a 405 medici e borsisti dell’Ospedale dell’Università di Rouen, in Francia, nel mese di ottobre 2009. Dei 202 partecipanti che hanno risposto al questionario (50%), 147 (73%) avevano un profilo su Facebook. La quasi totalità, 138 (99%) avevano mostrato sul profilo il vero nome, 136 (97%) la data di nascita, 128 (91%) una fotografia personale, 83 (59%) l’Università in cui risiedevano o 76 (55%) la posizione professionale in quel momento. Le impostazioni predefinite sono state modificate dal 61% degli utenti, più frequentemente se erano registrati da più di anno (p = 0,02). Interrogati su come si sarebbero comportati se un paziente avesse chiesto loro l’amicizia, 152 (85%) dei partecipanti avrebbero automaticamente rifiutato la richiesta, 26 (15%) avrebbero deciso valutando attentamente il caso e nessuno avrebbe accettato automaticamente la richiesta. Circa la metà degli intervistati ritiene che il rapporto medico-paziente sarebbe alterato se i pazienti scoprissero che il medico ha un account su Facebook, ma i due terzi ritengono che questo sarebbe da cambiare solo se il paziente avesse il libero accesso al profilo del medico, indipendente dal suo contenuto. Da questi dati emerge che i medici e borsisti studiati utilizzano spesso Facebook e visualizzano le informazioni personali sui loro profili, ma sono scarsamente propensi ad accettare richieste di amicizia da parte dei pazienti perché sono convinti che un’insufficiente protezione della privacy potrebbe avere un impatto sul rapporto medico-paziente. Riguardo al problema della privacy su Facebook le polemiche continuano e non accennano a diminuire. In particolare da quando circolano sui circuiti di file sharing dei file di grandi dimensioni che contengono i dati disponibili di circa 100 milioni di iscritti al social network. I suoi sostenitori sostengono che i tempi della privacy sono finiti e che oggi gli utenti di Facebook preferiscono condividere le informazioni piuttosto che proteggerle, ma è necessaria un’attenta riflessione per definire meglio le implicazioni dei mezzi di comunicazione elettronici sul tradizionale ruolo dei medici e sugli aspetti nuovi che coinvolgono la loro professionalità. Uno studio del 2009 realizzato da EPG Health Media, ci informava che l’ambiente dei social network è, per il 56% dei medici, un luogo per scambiarsi esperienze e confrontarsi con i colleghi circa le cure ed i trattamenti. Da sottolineare sono, però, anche il 17% dei medici che cerca nei social network informazioni sulle esperienze dei pazienti riguardo ad una particolare cura ed il 13%  che se ne serve per avvisare i pazienti sulle possibilità di speciali cure. I pazienti, nel 32% dei casi cercando le esperienze di altre persone riguardo alle varie cure, il 31% riguardo alle malattie. Il 16% usa i social media per condividere esperienze personali riguardo alle malattie  ed il 13% i trattamenti. Il 45% di chi lavora nell’industria farmaceutica vede nei social network un’opportunità per portere ascoltare i loro mercati. Il 40% li ritiene un meccanismo per condividere informazioni con medici e pazienti. Tanto i consumatori quanto i medici danno la priorità ad ottenere informazioni piuttosto che a condividerle via social network. Dall’altro lato,  gli esponenti del mondo farmaceutico ritengono, invece, assai meno interessante la condivisione di informazioni rispetto al monitorare i possibili clienti. Inoltre, la maggior parte dei medici (85%) e dei consumatori (92%) così come di chi lavora nel settore farmaceutico (100%) è convinto che le aziende dovrebbero o devono correggere le informazioni erronee e prendere i loro impegni etici ed obblighi in modo più categorico degli altri due gruppi. L’American Medical Association ha pubblicato recentemente le linee guida per i medici su come usare on line strumenti di social media. L’intero documento si presenta come un elenco di punti di buon senso che vengono così sintetizzati:

  1. I medici devono essere consapevoli che le norme di privacy del paziente e la riservatezza devono essere mantenute in tutti gli ambienti, anche on line, e non si devono pubblicare informazioni online che rendano identificabile il paziente.
  2. i medici, nell’uso di Internet per il social networking, devono utilizzare le impostazioni di privacy per salvaguardare le informazioni personali e i contenuti nei limiti del possibile, perché le impostazioni di privacy non offrono garanzie assolute e, una volta su Internet, i contenuti è probabile che rimangano permanenti. Quindi è raccomandabile che i medici monitorizzino regolarmente la propria presenza su Internet per garantire che le proprie informazioni personali e professionali e i contenuti pubblicati su di loro da altri, siano accurati e appropriati.
  3. I medici nell’interazione con i pazienti su Internet, devono mantenersi entro i confini del rapporto medico-paziente in conformità con le linee guida etiche professionali come farebbero in qualsiasi altro contesto.
  4. i medici dovrebbero considerare di mantenere i propri contenuti online personali e professionali separati.
  5. i medici che trovano contenuti poco professionali pubblicati da colleghi hanno la responsabilità di sollecitare l’attenzione della persona, in modo che possa rimuovere e / o prendere i provvedimenti del caso. Se il comportamento viola in modo significativo le norme professionali e l’individuo non prende le misure appropriate per risolvere la situazione, il medico dovrebbe segnalare il fatto alle autorità competenti.
  6. I medici devono essere consapevoli che l’attività online e i contenuti pubblicati possono influire negativamente sulla loro reputazione, sia tra i pazienti che tra i colleghi. Possono condizionare la loro carriera medica (in particolare per i giovani medici in formazione e gli studenti di medicina) e possono minare la fiducia del pubblico rispetto alla professione medica.

    Carlo Di Stanislao e Iacopo Valente

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