Berlusconi attacca Pm: golpe da Ddr, unico giudice popolo. E’ subito polemica

Silvio Berlusconi non abbassa i toni contro i magistrati, anzi: denuncia la “lobby antiberlusconiana” (composta da procure, giornali e alcuni talk show) che si muove “di concerto” per eliminarlo. Lo fa, sostiene, con inchieste “farsesche, inaccettabili e degne della Germania Comunista”. Parla di “golpe morale”, di “toni puritani” e  sottolinea come l’espressione “eversione politica” sia un “giudizio tecnico”, non certo uno “sfogo […]

Silvio Berlusconi non abbassa i toni contro i magistrati, anzi: denuncia la “lobby antiberlusconiana” (composta da procure, giornali e alcuni talk show) che si muove “di concerto” per eliminarlo. Lo fa, sostiene, con inchieste “farsesche, inaccettabili e degne della Germania Comunista”. Parla di “golpe morale”, di “toni puritani” e  sottolinea come l’espressione “eversione politica” sia un “giudizio tecnico”, non certo uno “sfogo irresponsabile”. Il tentativo di liberarsi di lui, assicura, non funzionerà anche perché “in una democrazia il giudice di ultima istanza è il popolo elettore”. Parole durissime che il premier affida a un’intervista pubblicata oggi dal Foglio.
“Da Berlusconi parole eversive, ci stiamo avvicinando rapidamente alla soglia di guardia. Se nella maggioranza c’é qualcuno che ha a cuore le sorti del paese dica qualcosa”. Così il leader Pd Pier Luigi Bersani reagisce agli ultimi attacchi del premier Silvio Berlusconi. E’ dovere delle opposizioni – aggiunge Bersani – rinserrare le fila e costruire un’iniziativa nuova e unitaria”.
“Mi vedo costretto ancora una volta a ribadire che la magistratura non coltiva “finalità eversive” ma svolge una funzione silenziosa di applicazione delle regole; le vere finalità eversive erano quelle del terrorismo degli anni ’70 e ’80, per opporsi alle quali la magistratura ha pagato un alto
tributo di sangue”. Lo ha detto il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, ieri ad un convegno a Palazzo dei Marescialli, organizzato in memoria del giurista Vittorio Bachelet.

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