Federcontribuenti: nel Milleproroghe un comma danneggia milioni di correntisti vittime di anatocismo

«Grazie alla norma inserita nel decreto milleproroghe, migliaia di aziende rischiano il fallimento». È quanto denuncia Carmelo Finocchiaro presidente della Federcontribuenti «Moltissime aziende hanno avviato cause nei confronti delle banche, adesso, a seguito di questa “modifica” perderanno causa, denaro e azienda. Sono state condannate senza scrupolo alcuno». Si tratta di un comma che stravolge l’ultima […]

«Grazie alla norma inserita nel decreto milleproroghe, migliaia di aziende rischiano il fallimento». È quanto denuncia Carmelo Finocchiaro presidente della Federcontribuenti
«Moltissime aziende hanno avviato cause nei confronti delle banche, adesso, a seguito di questa “modifica” perderanno causa, denaro e azienda. Sono state condannate senza scrupolo alcuno». Si tratta di un comma che stravolge l’ultima sentenza della Cassazione. «La Cassazione con propria sentenza (n. 24418 del 2/12/10) a Sezioni Unite, aveva sancito definitivamente il diritto dei correntisti a farsi restituire tutte le somme illegittimamente addebitate dalle banche su conti correnti – spiega Finocchiaro – tutelando le vittime dell’anatocismo». La Suprema Corte di Cassazione stabiliva che la prescrizione del diritto del correntista, ad ottenere la restituzione delle somme, scattava dalla chiusura del rapporto e non dalla data della singola annotazione a debito sul conto, riaffermando il divieto assoluto dell’anatocismo trimestrale e annuale e garantendo in questo modo la certezza matematica della restituzione dell’indebito. «Nelle disposizioni concernenti il sistema bancario, all’art 2 quinquies, il Governo ha inserito nel maxiemendamento, un punto 9, in ordine alle operazioni bancarie regolate in conto corrente con l’art.2935 del codice civile. Il punto inserito prevede che la prescrizione relativa ai diritti nascenti dall’annotazione in conto inizia a decorrere dal giorno dell’annotazione stessa. Sconfessando completamente la decisione, ben più qualificata della Suprema Corte di Cassazione, e facendo perdere ai correntisti migliaia di cause già avviate e dove si aveva la certezza della vittoria». Questo articoletto nascosto è stato evidentemente “suggerito” al governo dai banchieri con la connivenza della Banca d’Italia e produrrà – conclude il presidente della Federcontribuenti – «conseguenze disastrose per tantissime piccole aziende che avevano avviato cause nei confronti delle banche per vedersi riconosciuti i propri diritti. Adesso tutte quelle cause saranno perse, le aziende saranno costrette a pagare tutte le spese di giudizio ed a pagare debiti illegittimi alle banche con la conseguenza che, con la crisi in atto, falliranno per mancanza di liquidità. Insomma una vergogna che non si può’ tollerare, chiediamo ai Parlamentari di attivarsi, dicendo no a qualsiasi voto di fiducia eventualmente richiesto dal Governo». L’emendamento è a nome del senatore Azzolini Nicolò, sindaco di Molfetta, fratello di Azzolini ex presidente della Banca Cattolica di Molfetta confluita
in Antonveneta attualmente nel cda di Banca Antonveneta attualmente MPS.

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