Biotestamento: approvazioni e disapprovazioni

Parere favorevole della commissione Giustizia della Camera al disegno di legge sul testamento biologico. In commissione tutti i gruppi, tranne il Pd, hanno votato “si” al parere proposto dalla relatrice, e presidente della commissione, Giulia Bongiorno. L’Italia dei Valori non ha fatto dichiarazioni di voto. Nel parere, definito dai componenti della commissione “equilibrato” e di […]

Parere favorevole della commissione Giustizia della Camera al disegno di legge sul testamento biologico. In commissione tutti i gruppi, tranne il Pd, hanno votato “si” al parere proposto dalla relatrice, e presidente della commissione, Giulia Bongiorno. L’Italia dei Valori non ha fatto dichiarazioni di voto. Nel parere, definito dai componenti della commissione “equilibrato” e di “mediazione”, la commissione fa alcune osservazioni, chiedendo tra le altre cose alla commissione Affari sociali di valutare “l’opportunità di precisare che la revoca del consenso informato al trattamento sanitario debba essere annotato nella cartella clinica” e «l’opportunità di prescrivere la vincolatività della volontà espressa nella dichiarazione anticipata di trattamento, nei limiti previsti dal provvedimento». Si tratta dell’ultimo parere atteso dalle commissioni prima dell’avvio dell’esame in Aula previsto per i primi di marzo. “Un parere condiviso, che rappresenta un punto di incontro” sottolinea Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia e relatore del parere sul testamento “resta fortemente critica con il testo”. Il parere votato in commissione, aggiunge, “è un passo avanti rispetto al testo che ci è arrivato dalla Affari Sociali”. Un parere di compromesso, che ha trovato così il voto favorevole di Pdl, Lega, Fli e Udc. In commissione, “chi ha una posizione critica ha potuto votare il parere”. Quanto all’Aula, conclude Bongiorno, “Fini come ha già detto lascia massima libertà di coscienza”. Il disegno di legge voluto dal governo sulla controversa questione del ‘fine vita, comunque, continua a suscitare tensioni e polemiche. L’ultimo ad intervenire sull’argomento, in ordine di tempo, è lo scrittore Roberto Saviano: “Sembra un ddl liberale – ha sostenuto – ma non lo è. Complica le cose, burocratizza e non va nella direzione della libera scelta”. L’altro ieri le associazioni del coordinamento laico nazionale, l’Uaar e l’associazione Luca Coscioni hanno manifestato davanti a Montecitorio contro il ddl che impedirebbe, a loro dire: “l’esercizio del diritto all’autodeterminazione terapeutica, perchè la maggioranza vuole costringere ognuno a restare artificialmente in vita anche in stato vegetativo irreversibile”. Il dibattito sul tema è ripreso due anni fa, da quando cioè morì Eluana Englaro, in seguito all’interruzione della sua nutrizione forzata, dopo vent’anni di sopravvivenza in uno stato vegetativo permanente. Sull’onda dell’emozione, quella drammatica vicenda giunse presto nei due rami del Parlamento: prima al Senato, e poi il 26 marzo di quell’anno il provvedimento sbarcò alla Camera dove la commissione Affari sociali licenziò un assetto normativo (un anno dopo, nel maggio 2010) che introdusse modifiche. Da allora, tutto è rimasto bloccato, fermo restando che l’articolo 1 del disegno di legge vieta ogni forma di eutanasia e qualunque biotestamento non avrà valore vincolante.

Carlo Di Stanislao

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