Dalla Corte dei conti l’elenco delle magagne del Ssn

Irregolarità negli acquisti o nelle forniture di beni e servizi, sprechi per attrezzature o strumentazioni inutilizzate, anomalie nei pagamenti alle strutture convenzionate o accreditate, irregolarità nelle prescrizioni dei medici, spese illegittime per assistiti defunti o trasferiti, violazioni delle norme sull’extramoenia e infine casi di incompatibilità professionale. E’ l’elenco succinto delle irregolarità che nel 2010 hanno […]

Irregolarità negli acquisti o nelle forniture di beni e servizi, sprechi per attrezzature o strumentazioni inutilizzate, anomalie nei pagamenti alle strutture convenzionate o accreditate, irregolarità nelle prescrizioni dei medici, spese illegittime per assistiti defunti o trasferiti, violazioni delle norme sull’extramoenia e infine casi di incompatibilità professionale. E’ l’elenco succinto delle irregolarità che nel 2010 hanno attirato l’attenzione della Corte dei conti sulla Sanità federalista. Lo si può trovare nella Relazione con cui il procuratore generale della Corte, Mario Ristuccia, ha inaugurato l’altro ieri il nuovo anno giudiziario, una sorta di consuntivo del malaffare e dell’inefficienza che minano la pubblica amministrazione. Nel complesso i dati non inducono all’ottimismo, perché se è vero che calano i casi di concussione (-14,91% rispetto al 2009) e abuso d’ufficio (-4,89%) risulta invece in aumento la corruzione (+30,22%). E per quanto concerne la Sanità, la cui spesa assorbe ormai il 73 % delle risorse regionali, le note più dolenti riguardano ancora la voce sprechi. Per malpractice (che la corte definisce «danno iatrogeno) e per «inosservanza di disposizioni normative che presidiano il funzionamento del servizio pubblico, come l’erogazione di interventi non annoverabili tra quelli a carico del Ssn o l’illiceità di procedure per l’acquisto di apparecchiature sanitarie e altro ancora». Infine c’è la “mal amministrazione”, ossia la cattiva gestione contabile. Per la Corte, i comportamenti più censurabili comprendono il mancato rispetto dei criteri di rilevazione e valutazione stabiliti dal Codice civile e dai principi contabili nazionali, la quantificazione di proventi eccessivi rispetto alle entrate effettive realizzate negli esercizi precedenti, la conservazione di crediti di dubbia esigibilità, il ricorso a proventi di non ripetibile utilizzazione a fronte di costi strutturali, la sistematica sottovalutazione dei costi relativi alle prestazioni acquisite da strutture esterne.

Carlo Di Stanislao

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