Indice di deprivazione socioeconomico dell’Abruzzo medio-basso

Medio/basso l’indice di deprivazione socioeconomico dell’Abruzzo valutato sulla base di cinque indicatori: basso livello di istruzione, disoccupazione, mancata proprietà della casa, densità abitativa e presenza di famiglie monogenitoriali con figli. Lo dice uno studio condotto in collaborazione con l’Istat i cui dati sono stati diffusi in un convegno, a Pescara, su ‘L’applicazione dell’indice di deprivazione […]

Medio/basso l’indice di deprivazione socioeconomico dell’Abruzzo valutato sulla base di cinque indicatori: basso livello di istruzione, disoccupazione, mancata proprietà della casa, densità abitativa e presenza di famiglie monogenitoriali con figli. Lo dice uno studio condotto in collaborazione con l’Istat i cui dati sono stati diffusi in un convegno, a Pescara, su ‘L’applicazione dell’indice di deprivazione italiano in Abruzzo per le valutazioni d’impatto sociale sulla saluté. lo studio colloca l’Abruzzo in nona posizione (medio/ricca) dopo le regioni ricche del Nord e del Centro (da -1,35 a -0,24), seguito dal Molise e poi da Regioni del Nord quali Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria. Il medio/basso Id dell’Abruzzo – ha spiegato il dottor Felice Vitullo dell’azienda sanitaria regionale – è determinato soprattutto dalla più bassa percentuale di case in affitto (13,6% a fronte di un dato nazionale del 19,7%). L’unica variabile in lieve eccesso è la bassa istruzione (38,2% rispetto al dato nazionale del 36,5%). L’Id comunale medio regionale si correla con la mortalità: all’aumentare dell’Id cresce il rischio di morte. L’Abruzzo però fa registrare la più bassa percentuale di mortalità dopo Marche e Umbria. Vitullo ha anche spiegato come l’indice di deprivazione potrebbe essere un utile strumento da utilizzare nell’ambito della ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale, di 106 miliardi di euro. “Se così fosse, l’Abruzzo potrebbe riuscire a guadagnare una cifra maggiore rispetto a quella erogata oggi dal Ministero della Sanità”.

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