Comellini: il “gioco” non vale la vita dei nostri soldati

“Cinque feriti e un morto in soli due giorni tra i nostri militari impegnati in Afghanistan. 37 morti dall’inizio di questa operazione che solo gli ipocriti continuano a definire di pace. Mentre il Governo e l’opposizione si perdono in inutili e sterili polemiche sulle presunte aggressioni alle libertà del Premier e sulle mancate dichiarazioni di […]

“Cinque feriti e un morto in soli due giorni tra i nostri militari impegnati in Afghanistan. 37 morti dall’inizio di questa operazione che solo gli ipocriti continuano a definire di pace. Mentre il Governo e l’opposizione si perdono in inutili e sterili polemiche sulle presunte aggressioni alle libertà del Premier e sulle mancate dichiarazioni di condanna del dittatore libico, i nostri soldati continuano a morire per una guerra non nostra, per portare una democrazia che in quei paesi non può essere esportata .

La missione in Afghanistan non ha più nessuno scopo: è fallita come del resto è fallita tutta la politica estera di un paese che, come il nostro, ha privilegiato l’interesse economico mascherandolo dietro le operazioni di pace condotte con le armi. I tentativi dell’Europa e delle coalizioni militari per imporre ai paesi di quelle aree una stabilità costruita sul fragile equilibrio delle armi si sta rivelando un completo fallimento, reso palese dalla propaganda che i regimi fanno dei pozzi dell’acqua e delle scuole costruite che mal si concilia con il crescente numero delle vittime militari e civili. Il militare numero 37 è caduto, a lui e ai suoi familiari va il nostro profondo cordoglio. A coloro che insceneranno la recita dei funerali solenni tutto il mio personale disprezzo per non aver impedito la morte del 37esimo militare italiano.”

Luca Marco Comellini

Una risposta a “Comellini: il “gioco” non vale la vita dei nostri soldati”

  1. WILLER COMELLINI ha detto:

    Quasi giusto… la cosa non precisa sta in quella riga che recita: i nostri soldati continuano a morire per una guerra non nostra. Purtroppo la causa è nostra, è la ragione stessa di questa guerra e di tutte le guerre: c’è il tornaconto economico… e trasversalmente tutti lavorano per questo e non lo dichiarano. Per il petrolio l’Italia ha ossequiato Gheddafi, per il petrolio lo stava rinnegando, spero ardentemente che resti, se non altro per mettere allo scoperto gli ipocriti, la situazione del popolo libico sarà la stessa in ogni caso. Gheddafi era Gheddafi anche prima, lo stesso despota o lo stesso eroe, come mai ora tutti vedono solo il despote? C’è sempre bisogno di qualcuno da sacrificare per continuare l’oppressione, così finirono anche Ceasescu e Saddam. E’ significativo ora l’imbarazzo del governo italiano che non sa da che parte stare perché non sa chi avrà la meglio e chi gli convenga difendere.

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